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Articoli di Ida Garberi

Ida Garberi, giornalista italiana residente e Cuba, scrive per Prensa Latina. Con onore fa parte del comitato della nostra associazione. Durante il periodo più duro della repressione honduregna, quando fu deposto e cacciato il legittimo presidente, con la solita e stantia accusa di essere un comunista solo per il fatto che voleva redistribuire la ricchezza in modo più giusto; un aumento salariale alle famiglie campesine; fatto una riforma agraria che avrebbe tolto alle 5! famiglie che detengono il 90% della terra’ quote da dare al lavoro dei campesini riuniti in cooperative. La nostra amica e compagna Ida visse molti mesi in quel fuoco controrivoluzionario per dare voce agli ultimi che vengono regolarmente torturati e uccisi. La realtà del golpe sta nel fatto che il
presidente democraticamente eletto aveva negato ai padroni del sub continente ispanico il rinnovo della concessione delle basi dell’esercito USA. Padre Milla, indomito sostenitore della Chiesa dei poveri e della giustizia sociale su questa terra, andava a piedi di villaggio in villaggio a portare la solidarietà concreta di un Vangelo parola di un Gesù che cacciò i mercanti dal tempio e quei sacerdoti che mercificavano il tempio stesso.
Parole di lotta e di giustizia componevano le sue omelie che non erano chiesastiche ma fondevano la chiesa con la storia degli uomini. Ida lo ha accompagnato ed è testimone di quanto affetto padre Milla fosse contornato.
Adesso l’ennesima conferenza di riappacificazione che è diventato patrimonio instabile di molte ex dittature sud americane, imposta dal democratico paese del nord america, caccia ed espelle le voci libere. Lui seguirà ciò che gli viene imposto, ma le sue parole non potranno essere dimenticate da quei campesini che hanno capito l’importanza di organizzarsi per partecipare alle sorti del proprio paese. Guatemala, Honduras, i narcos al servizio delle false istituzione più che mai corrotte, uccidono coloro che danno voce artistica alle lotte del popolo. Nulla di nuovo sotto il Sole. Ancora non hanno capito che ci sarà sempre chi prenderà il loro posto. Le idee di libertà, sotto ogni latitudine e contro ogni feroce barbarie, non muoiono con gli uomini che vengono
assassinati, ma camminano sulle ali della storia e della civiltà.

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