Bintou, l’inizio e la metà
Di tutti i luoghi che la nostra piccola amica ama, l’abbraccio e il grembo di sua nonna, senza dubbio, sono i suoi preferiti. Questa è una delle storie raccontata a Bintou da sua nonna Iygbà.
La storia inizia quando Iyagba era ancora una bambina, e viveva andando dietro a sua madre nella semina e nella raccolta degli ignami, e nella cura delle piante utilizzate nei bagni e nelle terme. Mentre la nonna parla, Bintou accarezza il pelo della sua piccola scimmia sdraiata sul pavimento accanto ai suoi piedi, e la nonna, mentre parla, tesse collane di perline colorate. “Quando ero una bambina, un giorno andai con mia nonna a cogliere foglie di peregum, ce n’erano molte sotto il baobab, ma parlo di quello sulle montagne, non quello del villaggio. Ci svegliammo presto perché le foglie devono essere svegliate prima che il sole diventi troppo caldo. Camminammo per un po’ fino a raggiungere l’albero e quella mattina tutto era molto tranquillo. Avevo un gatto, Dudu, il mio compagno silenzioso. L’unico rumore che si sentiva erano le sue zampe sulle foglie sparse sul suolo. Mia madre, quando si è imbattuta nel baobab ha detto: Kerè, vai a prendere le foglie di peregum, io raccoglierò abamodà, e non dimenticare di svegliare la foglia! Così, ho fatto il giro del grande albero per raccogliere le foglie. Il mio gatto andò avanti e scomparve nella siepe di peregum. Mi chinai con la mia cuite (coltello a forma di mezzaluna) per tagliare le foglie, poi mi ricordai di doverle svegliare, dicendo ‘Ewe o!’. ho parlato tre volte toccando la foglia, poi ho detto ‘Peregum o!’. e in quel momento, poco prima di tagliare le foglie, sono rimasta sorpresa dal miagolio e dal salto del mio Dudu che è uscito dal mezzo della siepe e mi è saltato in braccio, sono caduta per terra e dopo esere caduta mi sono accorta che ero da un’altra parte, ero circondata da una nebbia, mi sono accorta che il pavimento era coperta da un’erba umida. E nell’aria cera odore di fiori. Ero circondata da fiori di tutti i colori, anche il peregum aveva fiori, un bouquet di fiori gialli e bianchi. Come poteva avere due colori di fiori? Pensai. Beh, i miei pensieri furono interrotti dalle unghie di Dudu che erano conficcate nelle mie gambe, mi alzai e decisi di camminare intorno al baobab alla ricerca della mia Iygba, ma lei non c’era. Più tardi vidi quella che sembrava una persona e corsi a chiamarla: Iya Iya! Ma lei non rispose e non si fermò nemmeno. La raggiunsi, sempre con Dudu dietro di me e, quando mi avvicinai, vidi che lei, al posto delle gambe, aveva radici sciolte che lasciavano tracce quando camminavano, e l’odore dei fiori proveniva da lei, i suoi capelli erano radici lunghe con piccole foglie e fiori di tutti i colori. Quando mi resi conto che si era girata verso di me, rimasi paralizzata dalle dimensioni di quell’albero madre. Non parlava con le parole, emetteva suoni con l’aiuto del vento che diffondeva odori di suoni e alcune piccole palline nere che sembravano semi, camminai dietro di lei e vidi che le sue radici facevano piccoli buchi dove venivano depositati i semi. Feci attenzione a non calpestarli. La cosa più emozionante fu che subito dopo i semi germogliarono e spuntarono piccole piantine. C’erano germogli di tutte le piante che conoscevo e alcuni che non avevo mai visto, erano baobab, gameleira, fagiolo caffè e tanti altri. Camminai dietro di lei fino al torrente e vidi i pesci che si nutrivano delle sue radici più piccole. E lei si nutriva dell’acqua. E poi la vidi immergersi e il fiume si coprì dei suoi fiori. Non so quanto tempo ho trascorso lì o quanto ho camminato dietro a quello spirito della natura. Tuttavia, mi svegliai ancora con il mio Dudu tra le braccia seduto ai piedi del baobab e con un pesto di foglie di peregum sul fianco, che non ricordavo di aver tagliato. La mia Iyagbà mi chiamò e lei era in piedi accanto a me e sorrideva. Le ho detto tutto quello che ho visto, lei sorridendo mi ha detto che è così che tutto ha inizio, come un seme, sia le piante che noi: lo spirito è il nostro antenato, lei è l’inizio, io sono il mezzo e tu sei il nuovo inizio e così è, così sarà. Siamo parte del tutto e il tutto siamo noi”.
In quel momento la Iyagbà di Bintou le toccò la testa e la nostra piccola amica, che sembrava mezzo in trance con la storia, chiese:”Iya, ma chi era lo spirito, era Ossaem?”
Lei sorrise e disse:” Questo è il tuo inizio, Kerè, quando sarai nel mezzo capirai”.
Bintou si inchinò alla sua Iya e tornò a casa. Lungo la strada decise di passare vicino al baobab che esiste nel centro del villaggio e si chiese quanto tempo avrebbe dovuto aspettare per essere il mezzo e capire così l’inizio della storia della sua Iya. Non sa ancora che la storia non riguardava solo la sua Iyagbà e la sua trisnonna, ma anche lei. Perché alla fine niente riguarda solo uno o una di noi. Uno o una riguarda tutti e tutte.
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