Andrea Cantaluppi articoliArticoli

Demagogia. Populismo. Potere. Ricchezza. Nullità.

Sono questi i termini che mi vengono in mente se mi metto a considerare come si sia potuti giungere ad un punto che sembra di non ritorno sulla scena mondiale davanti ad una serie di personaggi diventati Capi di Stato.

A pensarci bene, gli esempi odierni di bullismo e prepotenza ci sono sempre stati nel corso dei secoli.

Nerone può essere preso come modello di cinismo, nullità, prepotenza, uxoricidio, che ha fatto scuola fino all’attuale presidente della fu democrazia statunitense.

Quello che considero il più degenerato di tutti è Costantino, coadiuvato da sua madre Elena. Fatta santa non si sa bene perché, oltre al fatto che riportò vari pezzi della Croce dove fu crocefisso Gesù, da riempire di molte “unicità” tante basiliche. Con lui si è elevata la prepotenza, la negazione della realtà, la divaricazione fra il bene e il male, per conseguire mire di ricchezza personali, creazione di un impero, il mito dell’investitura divina alle sue abiette azioni. I Cesari erano loro stessi divini, incarnavano la divinità, e diventavano tali dopo l’incoronazione che poi lasciavano agli eredi, quindi intoccabili qualunque nefandezza facessero. Costantino invece, e per primo, “vide” i segni inequivocabili mandati da Dio affinché indicasse la strada da seguire ai popoli e alle potenti congreghe che seguirono.

Di “unti dal Signore” sono pieni i libri di storia. Conoscete qualche casata regnante che non sia stata indicata a tale oneroso incarico se non espressamente indicata da Dio?

Nell’attualità abbiamo ancora il re della Gran Bretagna che è il capo della sua chiesa anglicana. Quella casa regnante che ha pensato a tutto tranne che dare una costituzione al suo Paese, così come sono stati costretti a fare tanti “unti” spodestati.

Nel recente passato anche noi abbiamo avuto l’ultimo “unto” che ha avuto il pregio di sdoganare i fascisti, di farci vergognare nei confronti di un mondo sbigottito per le sue “prestazioni” sessuali, nonché, aver foraggiato personaggi condannati per contiguità con la mafia.

Si potrebbe usare una battuta, sperando che quel Dio untore non si offenda: ma quando finirà la scorta di “olio benedetto”? Speriamo che almeno Lui mandi un chiaro segnale a chi a fede che è stufo di venire strumentalizzato. Già ha dovuto vederne delle belle nella divisione del potere da parte di coloro che lo “interpretano” e vari regnanti sulla spartizione del potere stesso.

Lo stesso Manzoni ci fece capire che era tutta colpa degli untori…

Personaggi minori della nostra miserevole e disgraziata classe politica, che non saranno mai “unti”, vista la loro idiozia culturale innata, si agghindano con crocifissi e rosari senza che l’autorità preposta alla religione abbia da eccepire qualche cosa, pur di poter acquisire simpatie che si trasformano in voti facendo credere a creduloni che loro difenderanno il “territorio” così, tra una paura e l’altra, si crea uno strato elettorale imbevuto di terrore e che, quindi, delega l’idiota di turno a “pensare” come difenderli.

E qui sta il punto: è mai possibile che dopo secoli di sparate, di roboanti promesse, di bugie stratosferiche, il popolo continui a riconoscersi in tutto ciò che gli venga propinato da parte dei tromboni squillanti?

 È mai possibile che tali personaggi riescano a raggiungere non la ragione, o il cervello (che non hanno), ma lo stomaco di milioni di persone che abboccano come pesci affamati? Se poi, chiedi a loro perché abbiano votato quel figuro, non si riuscirà mai a trovarne uno che dica di averlo fatto. Si vergognano, ma lo votano.

È questo un tema per psicologi? La risposta forse si trova negli uffici dove si fa marketing? O, piuttosto nel qualunquismo ebete di coloro che vogliono conservare il diritto al mugugno piuttosto che smettere di delegare ad altri i loro problemi.

Neanche i posteri potranno emettere l’ardua sentenza visto che sono secoli che va così.

Ma noi teniamo duro. La strada è certamente lunga ma sono loro ad essere in minoranza ed essere costretti sempre più a nascondersi.

Ci vuole costanza e, più che altro, una cosa che non ho mai avuto: pazienza.

So e vedo da tanti segnali, che si può fare.

Andiamo avanti e facciamoci sentire in tutti i modi possibili.

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