Fiabe

Il Topo di città e il Topo di campagna

Un Topo campagnolo venne invitato

con molta civiltà

a un pranzo di beccacce allo stufato

da un Topo di città.

Seduti su un tappeto di Turchia

coi piatti avanti a sé,

mangiavano quella grassa leccornia

felici come re.

Se il trattamento e il piatto

fu cortese e squisito io non dirò.

Ma solo avvenne un fatto

che sul più bello il pranzo disturbò.

Voglio dir che alla porta

s’intese tutto a un tratto un gran rumore,

l’uno scappa che il diavolo lo porta

e scappa l’altro ancor.

Passato quel rumore torna al suo posto

Il Topo cittadino,

e vuole che del pranzo ad ogni costo

si vada fino in fin.

-No, basta, – disse il Topo di campagna,

vieni domani da me.

Non si mangia seduti in pompa magna

ghiottonerie da re,

ma si mangia, e nessuno t’avvelena

il pane e il bicchier.

Senza la pace anche una pancia piena

Non gusta il suo piacer.

Jean de la Fontaine 

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