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RAZZISMO IN ITALIA: DAVVERO?!

La domanda e’ stata rivolta ad alcune personalita’ della politica e cultura italiana. Le prime hanno assolutamente negato e le seconde non hanno nascosto le loro preoccupazioni. E a ragione, io ritengo. Sfortunatamente, son troppo frequenti ed evidenti i segnali di una inversione di rotta nella mentalita’ e comportamenti degli Italiani di oggi.
“Gas per i negri” e’ la scritta apparsa a Isola del Gran Sasso a Teramo vicino a un centro di accoglienza. Su un autobus a Trieste un uomo impone a una ragazza nera con un bambino in braccio di cedergli il posto con la scusa spiegata ad alta voce: “Questo non e’ un autobus per loro”. Nel frattempo, un’ altra donna offre silenziosamente il suo posto alla donna di colore. “Non mi faccio visitare da un negro”, ha gridato una donna in un ambulatorio di Cantu’ (Como). Alla donna allarmata il medico ha risposto con spirito: “cosi’ ho un quarto d’ora per godermi un caffe!’” Tre fra i tanti episodisi vergognosi che si ripetono con una frequenza allarmante, in un crescendo di attacchi verbali, minacce e aggressioni fisiche. Un ventenne intervistato a Roma conferma: “Oggi il razzismo tra i giovani e’ una moda: non sanno neanche loro perche’ lo sono. Copiano semplicemente gli altri”.
Cronache di ordinario razzismo e’ un sito che raccoglie i fatti dovuti ad una impennata di intolleranza. Oltre agli avvenimenti gia’ accaduti, il sito accoglie le impressioni e reazioni del pubblico che ha bisogno di sfogarsi o pro o contro. Perche’ ci sono anche ampi strati della popolazione che ci tengono a rimuovere i contenuti a sfondo razzista, all’ odio di parte e all’ intolleranzza.
Occorre attaccare le radici del fenomeno e non lasciarsi dominare da allarmismi. E’ che in Italia gli studi sul razzismo non hanno una lunga storia alle spalle. Ricordiamo il volume “ Nel nome della razza. Il razzismo nella storia d’ Italia, 1870-1945” di A. Burgio (1999), la cui ricerca si orienta quasi esclusivamente sull’ esperienza fascista. Una scelta comprensibile, anche se sorvola sui molteplici fermenti che hanno attraversato la stagione liberale e soprattutto quella della modernita’ in Italia. E’ che le radici di possibili fraintendimenti, raccontati nel “L’ Uomo bianco e l’uomo nero” (1871) di Cesare Lombroso ha avuto un percorso accidentato, impendendone la circolazione. E soprattutto il suo utilizzo nelle scuole superiori ed universita’.
Occorre si’ fare il punto sul “razzismo quotidiano”. Sottolineo quotidiano. A che servono le esecrazioni da una parte o gli applausi dall’altra, se non si compie uno sforzo per comprendere le ragioni, sempre piuttosto latenti, comunque vive, di un malessere, il “sentirsi schifati”, solo per il fatto di convivere accanto ad una persona con la pelle di colore o stile di vita (Rom) diversi dalla nostra?

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