MONTAGNE FERITE.
Per il sottoscritto cresciuto in una zona montagnosa delle Prealpi Bergamasche, la montagna, ogni montagna rappresenta sempre una ispirazione, un invito a spingere lo sguardo lontano, ad andare oltre. Come posso dimenticare che da diverse cime che ornavano le alture si potevano gustare, se il tempo era sereno e limpido, paesaggi da mozzafiato, incantevoli? Oltre a risvegliare la curiosità per luoghi non visti dal fondo valle?
Ma il mio amico, da sempre appassionato di montagna, ha subito aggiunto, durante una recente conversazione, che numerose ferite sono state inferte anche ai dorsi delle montagne quando sono state scavate, “incise” a suo modo di dire, trincee all’aperto e sotterranee: ferite perenni, tuttora visibili agli occhi curiosi dei visitatori durante un tour guidato.
Molte montagne, non molto distanti dalle Prealpi bergamasche, sono state teatro, durante la Prima Guerra Mondiale, di scontri a fuoco, tra giovani armati che desideravano difendere i confini “contestati” dal governo italiano da una parte e dal governo austriaco dall’altra. La Prima Guerra Mondiale ha causato circa 5 milioni di morti fra le truppe italiane, senza contare i numerosi feriti, alcuni dei quali rimasti menomati per tutta la loro esistenza.
La rivelazione inaspettata dell’amico metteva in risalto il suo amore indiscusso per le montagne, spettatrici silenziose di tante traversie sanguinose che si sono abbattute sui loro fianchi e pendii. Questi, comunque, continuano a supplire le valli sottostanti e i loro abitanti con un elemento indispensabile come l’acqua, regalata senza restrizioni e utilizzata per molteplici scopi, non ultima la produzione di energia elettrica. Tutte queste ricchezze derivate, con i loro paesaggi incantevoli, continuano a stimolare un senso di meraviglia e stupore in tante persone.
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