Andrea Cantaluppi articoliArticoli

Guatemala: lotta contro la corruzione

Il Guatemala vive uno dei peggiori momenti della sua recente, esile, gracile, incerta vita democratica. Quasi tutte le istituzioni del paese si sono dichiarate contro il Congresso della Repubblica che ha annunciato la Riforma del Codice Penale e ha rifiutato di togliere l’immunità parlamentare al presidente Jimmy Morales pochi giorni dopo la sua convocazione, da parte dell’ufficio del Procuratore Generale e della “Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala”, per irregolarità e per finanziamenti illeciti durante la campagna elettorale che ha vinto e che lo ha portato alla Presidenza.

La stessa chiesa cattolica che non è sempre stata lineare nel condannare i vari dittatori che si sono succeduti sanguinosamente al potere, ha preso posizione contro la riforma del codice.

La Conferenza Episcopale si è espressa in questo modo:

1- Repulsione dinanzi a questo atto arbitrale che promuove l’impunità e premia la corruzione.

2- Condanna di uno degli atti più oppressivi commessi dal Congresso della Repubblica che, purtroppo, rappresenta l’intero corpo dei legislatori del paese.

3- Indignazione per l’abuso di onorabilità del Congresso da parte di legislatori che, con le loro azioni, mettono l’istituzione stessa in una posizione indifendibile.

4- Chiamano i cittadini (era ora, aggiungo io) ad esprimere in modo più forte possibile la loro riprovazione per questa indicibile violazione della legittimità a beneficio dei criminali (!)

Quasi tutti gli organismi sociali del paese hanno aderito allo sciopero nazionale del 20 settembre, contro la corruzione e contro le autorità che hanno creato questa crisi nazionale. Sindacati, studenti, operai, contadini, commercianti, perfino le associazioni degli indigeni più rappresentative del paese erano presenti per chiedere le dimissioni del Presidente e i membri corrotti del Congresso.

Il Guatemala ha vissuto settimane d’intenso confronto politico dopo il tentativo del Presidente di espellere Ivan Velàzquez, capo della “Commissione Internazionale contro l’impunità in Guatemala”, un organismo dell’ONU, dichiarandolo “persona non gradita”.

La Corte costituzionale ha però sospeso la decisione del Presidente, dichiarando la sua azione “illegale”.

La popolazione guatemalteca ha visto nell’intervento della Corte un passo avanti nella lotta contro la corruzione. Il Presidente Morales è sotto indagine per aver ricevuto finanziamenti illeciti. Questi, per difendersi, ha fatto leva sul nazionalismo e sul congenito atteggiamento demagogico tipico delle dittature centro e sud-americane, minacciando l’uso della forza (sua e degli onnipresenti USA) per non destabilizzare il paese e relegarlo nell’incertezza politica e democratica.(!)

Andrea Cantaluppi

(29)

Loading