ArticoliQuadrilatero della violenza

Omaggio ad un Uomo coerente

Josè Mujica ha terminato il suo mandato di presidente dell’Uruguay. Aveva assunto la carica con una cerimonia per la prima volta in piazza, acclamato da decine di migliaia di persone, il 1° Marzo del 2010. “Pepe”, ex militante dei guerriglieri tupamaros tra gli anni Sessanta e Settanta, per oltre dieci anni è stato sottoposto al carcere durante l’ultima dittatura militare. Il giuramento è avvenuto davanti a sua moglie Lucia Topolansky, anche lei guerrigliera di 65 anni e senatrice più votata alle elezioni. Più che alle parole, il carismatico neopresidente, ah affidato il suo “messaggio” politico ai simboli: al giuramento è arrivato con un’auto elettrica; ha deciso di continuare a coltivare la sua passione per la floricoltura e di rimanere a casa sua e non nella residenza presidenziale, a cucinare per la moglie. Appena eletto si è presentato con la sua macchina sotto la sede del palazzo presidenziale, stava per scendere quando una guardia si affannò a dirgli che non poteva parcheggiare lì. Mujica rispose dicendo che doveva entrare nel palazzo, allora la guardia gli chiese: ” per quanto tempo deve rimanere?” lui, senza scomporsi ha detto che ci sarebbe rimasto per 4 anni, salvo imprevisti. Un comitato internazionale ha scritto una relazione alla commissione che assegna i premi Nobel chiedendo di dare a lui quello per la pace 2014. La relazione, tra le altre cose, ha ricordato che è stato incarcerato per oltre un decennio in condizioni disumane, e che è sempre stato un promotore tenace di alternative per raggiungere l’uguaglianza sociale e garantire il rispetto dei diritti umani. Voglio ricordare, con le sue stesse parole, la vita di un uomo che da guerrigliero è diventato Presidente del suo paese, mantenendo coerentemente con i suoi principi un comportamento lineare di uomo semplice, determinato a portare avanti la battaglia contro le ingiustizie e i soprusi che in quel sub-continente è la regola e la normalità.

— La mia idea di vita è la sobrietà.

Concetto ben diverso da austerità, termine che avete prostituito in Europa, tagliando tutto e lasciando la gente senza lavoro.

Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco.

Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli.

E il tempo della mia vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari.

Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano.

Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà.

E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi.—

L’alternativa è farti schiavizzare dal lavoro per permetterti consumi cospicui, che però ti tolgono il tempo per vivere.

Andrea Cantaluppi

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