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Marysol : un anno fa

E’ un anno, il primo, che dentro la Casa dei Migranti di Nuevo Laredo, nel nord del Messico, non risuona più la dolce voce di Marysol.

E’ un anno che non incrocio più quello sguardo triste e timido che ha visto in faccia, nel suo ultimo momento, i feroci e inumani assassini.

E’ un anno che i migranti non vengono assistiti e consigliati da quella donna forte, decisa, determinata, dolce e accogliente.

Come si può, o non è possibile, fare un bilancio di una simile insopportabile mancanza?

Io sto ancora qui a capacitarmi del fatto che non potrò più parlare con lei, che non potremo più scambiarci impressioni e sensazioni su vari argomenti come: quale

è il concetto del bello; qual’è il nostro ruolo nella lotta contro i narcos; cosa è meglio fare per aiutare i migranti, e altri temi vari che ti accorgi, con rabbia, amarezza e rinnovato dolore che è già passato un anno!

E mi domando: che cosa ho fatto di concreto in questo periodo? Come ho portato avanti la comune battaglia? Quante nuove adesioni abbiamo avuto? Quanti anelli abbiamo aggiunto alla nostra catena?

In questo’anno, la Chiesa ha voluto onorarla, insieme ad altri martiri, con una Messa qui a Roma, ed io ne ho approfittato per “rapirla” e portarla a vedere questa storica e grande città che lei conosceva tramite i nostri scambi internet.

(vedere articolo sul sito www.ilsorrisodiclaudiocantaluppi.org)

Conoscenza virtuale, fatta di filmati, foto e altro, ma che era stata capace di entusiasmarla. Come quella volta che le feci “vedere” la cappella Sistina a 360 gradi.

Insieme a P. Francisco, abbiamo pensato di mettere in piedi un’associazione a sostegno della piccola figlia e di tutte quelle iniziative che verranno prese nel mondo a favore dei migranti.

Marysol era fisicamente debole, ma con una volontà ferrea che le faceva superare ostacoli della vita che altri, molto più forti di lei non avrebbero neanche osato pensare.

Lei ha combattuto a viso aperto ed a armi impari contro i cartelli della droga tra i più organizzati al mondo.

Lo ha fatto con le sue armi, usando l’informatica per informare e denunciare ai cittadini il turpe potere dei signori della morte.

Ha scritto e dato voce agli ultimi della terra, ai super sfruttati, ai nuovi schiavi, senza mai alzare la voce e senza chiedere aiuto a nessuno.

Oggi altri stanno proseguendo su questa via, e un suo amico blogger ha pagato lo stesso prezzo di sangue.

(collegatevi a: www.nuevolaredoenvivo.es.tl)

Altri pregano e la commemorano nei loro privati ricordi.

Tutti sappiamo che siamo dei semplici volontari contro un nemico enormemente più forte. Noi sappiamo che alla lunga la nostra lotta vincerà. Come possiamo perdere quando milioni di persone, uomini, donne e bambini vedono in noi la speranza?

Idee, volontà, sacrificio, preghiere per chi ci crede, sono le nostre armi. I nostri corpi possono anche soccombere, ma nulla potrà fermare il nostro e il loro cammino di speranza.

Lottare qui, adesso, oggi contro le ingiustizie sociali, questo ci ha insegnato Marysol.

Organizziamoci sempre meglio, stiamo in contatto, uniamo le energie in una rete capillare che ci renderà più forti.

Lo dobbiamo a Marysol e a noi stessi.

 

 

Andrea Cantaluppi

 

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