PACE: IDEALE IRRANGIUNGIBILE?!
Vari gruppetti di alunni/e avevano pochi istanti prima terminato il loro turno all’interno del Liceo Scientifico e nel tardi pomeriggio erano in attesa che arrivasse il “chauffeur” per portarli a casa. Nelle loro conversazioni, brevi e serrate, era emerso più volte il richiamo alla pace in Medio Oriente ed in Ucraina, sottolineando il fatto che si trattava di un sogno irrealizzabile, almeno secondo i più recenti sviluppi. Una delle ragazze presenti gridò arrabbiata e a gran voce che la storia umana, infarcita di conflitti, patti smontati o alleanze mutate per far fronte al comune “nemico”, non lasciava se non un tenue spazio e ancor più tenue speranza per il conseguimento della pace in Medio Oriente, nell’ Ucraina e anche altrove.
Mi trovavo lì di passaggio e mentre ascoltavo la gioventù che si affacciava con il loro pensiero al contesto doloroso e sanguinante di molte zone del mondo, mi venivano in mente le notizie apprese sul numero di conflitti tuttora in atto sulla superficie del pianeta terra: una settantina secondo i calcoli delle Nazioni Unite. E, in aggiunta, le sue tante sedute, insieme ad altre organizzazioni internazionali o regionali che si sono moltiplicate dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Con esiti che, per ora, non creano eccessive speranze per i numerosi percorsi dialogici in cui è impegnata la diplomazia internazionale tesa a costruire e mantenere una più assestata convivenza pacifica fra i popoli della terra. Non direi che sia mancato l’impegno da parte di Antonio Guterres, segretario dell’ONU e colleghi. Ma i risultati, finora almeno, sono stati soddisfacenti?
Solo alcuni decenni or sono, era impossibile poter accedere ad una informazione tempestiva come ce la mettono ora a disposizione e stampa, radio e TV. Oltre ai benefici di tutti i canali informativi, occorre anche portare l’attenzione sul fatto che l’abbondanza ed il cumulo di notizie e successive interpretazioni son come una enorme carta assorbente. E, secondo il mio parere, il loro uso continuo, senza pausa, agisce da freno, perché rallenta gli sforzi per appianare la strada e creare, se così si può dire, la condizioni necessarie per sostenere lo sforzo di una riflessione personale approfondita e assennata.
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