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SFRUTTAMENTO “INDECENTE”.

L’ aggettivo “INDECENTE” non si riferisce ad una valutazione morale, ma ad una situazione reale che colpisce tante persone, anche ragazzini e ragazzine, nella regione del Kivu (Congo), impegnati loro controvoglia nell’estrazione di minerali preziosi per remunerazioni pietose ed insignificanti, anche se si tratta di lavori in acque sporche e inquinate e in orari, dove le soste sono rare e mal tollerate dagli sfruttatori di turno.

E’ in questa regione che si trovano i più grandi giacimenti di minerali (coltan, litio e cobalto) utili per la costruzione di smart phone, computer, così diffusi. Un materiale ricercatissimo che ha, suo malgrado, causato migliaia di vittime nella corsa all’estrazione di tanti preziosi materiali dai fiumi della zona. Non mi addentro in altri particolari molto significativi sulla ricaduta di una estrazione sempre più accanita, competitiva e nociva per lo sfruttamento, non soltanto finanziario, della popolazione locale.

E’ che si tratta di enormi depositi di minerali quanto mai ricercati dai mercati internazionali e che vedono le multinazionali del settore impegnati in una corsa sesta sosta all’estrazione, senza porsi domande sull’ incolumità delle popolazioni locali. Il versamento di materiali tossici nei fiumi, da terreni su cui si svolgono attività estrattive distruggono zone coltivate per il sostentamento dei coltivatori e inquinano anche zone utilizzate dalle comunità locali per scuole, ospedali e anche cimiteri. E’ sì una ricchezza favolosa, ma solo sfruttata da poche compagnie soprattutto internazionali, i cui profitti non ricadono sulle popolazioni locali, se non in minimissima parte.

               

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