BOMBARDAMENTI: LINGUAGGIO MODERNO!?
Non è certo per un senso di ironia per il valore di ogni linguaggio e le sue tradizioni ed evoluzioni con il passar del tempo, ma la ragione della mia breve riflessione è che i bombardamenti stanno diventando un “linguaggio” comune utilizzato in varie parti del mondo, soprattutto in Ucraina ed Israele.
È utile sottolineare che anche gli armamenti hanno subito un loro sviluppo storico: dagli armamenti a portata di mano a questi ultimi che non sono alla portata di mano, ma vengono gestiti attraverso pulsanti, più o meno nascosti e a distanza notevole.
Il loro costo notevole ed assemblamento sorvegliato rendono il loro potenziale utilizzo già di per sé un distanziamento preciso e rilevante dal sostegno a progetti umanitari. Ma quel che è più deleterio è che di solito i danni enormi delle proprietà bombardate e la perdita di vite umane sono molteplici. E’ stata lanciata, anzitempo aggiungerei, la raccolta fondi per ricostruire o riparare i tantissimi edifici, pubblici e privati, in Ucraina. Una mossa anzitempo! Proprio mentre le bombe continuano a seminare devastazioni, tenendo in costante allarme la popolazione che ha deciso, bontà sua, di rimanere nelle loro case o appartamenti, nonostante gli esodi enormi di loro amici e congiunti e la pioggia inarrestabile di missili, giorno e notte.
Spero che, prima o dopo, le esperienze vissute da coloro che hanno avuto il coraggio di affrontare la serie continua di bombardamenti feroci (vedi Ucraina e Striscia di Gaza) siano rese note al grosso pubblico. E’ una resistenza, la loro, che non manca di destare sentimenti di ammirazione, per il loro coraggio a tutta prova.
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