Fiabe

La favola del mal di denti


Questa è una storia che ha mille e mille e mille anni ancora
e forse più. E la si è trovata in una delle più antiche
biblioteche del mondo: la biblioteca del re assiro
Assurbanipal, di cui certo conoscete il nome.
I libri di questa biblioteca sono un po’ speciali, sapete?
Sono scritti su tavolette d’argilla, con quei curiosi caratteri
cuneiformi, che sembrano tutti chiodini messi in su e in giù,
e che hanno dato tanto da fare agli studiosi per decifrarli.
Ecco dunque cosa si legge su una delle mattonelle assire:
Quando avvenne che il dio Anù ebbe creato il cielo, e che
il cielo ebbe creato la terra, e che la terra ebbe creato i
fiumi, e che i fiumi ebbero creato i canali, e che i canali
ebbero creato il fango, e che il fango ebbe creato il verme,
il verme si presentò, lacrimando dinanzi al grande e
potentissimo dio Sciamasc: – e ora – gli chiese – che cosa
mi dai da mangiare e da bere? – Ti darò – rispose il dio – i
fichi maturi come cibo e la linfa dell’albero Hasc-hu-ru
come bevanda. Ma il verme era cattivo e difficile da
accontentare. – Quello che mi offri non mi piace, – protestò
crucciato. – Ebbene dimmi quello che vuoi, – fece il dio,
condiscendente. – Voglio andarmene a stare nella polpa
dei denti dell’uomo a succhiare il sangue e a rodere le
mascelle di quel prepotente, – rispose il cattivaccio.
Il dio Sciamasc, forse per levarsi d’attorno quel verme
noioso, acconsentì; e di qui sono derivati, agli uomini, tutti i
guai del mal di denti!
Se – alla larga! –avrete occasione, una volta, di farvi
estrarre un dente, guardatene il nervo: non somiglia, su
per giù, a un vermiciattolo? E il dolore che avete sentito,

forse, erano i suoi denti, che si abbarbicavano alla
radice…
Ah, quel dio Sciamasc! Quanti guai ha combinato ai poveri
uomini dando retta al verme maligno!
(fiaba popolare assira)

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