Fiabe

L’idiota perfetto

C’era una volta, in un villaggio, un idiota perfetto, che proprio non sapeva quello che faceva. Ogni giorno aveva a che dire con qualcuno, o le suonava a qualcun altro. Sua madre, che era buona e amava quel figlio disgraziato, lo seguiva passo passo per sorvegliarlo, e se per caso lui se ne andava in giro da solo, lo istruiva e gli faceva mille raccomandazioni: bada di dir così, e bada di far questo e quello…

Un giorno l’idiota passò vicino ad un granaio dove battevano le fave, e gridò: – Che possiate battere per un giorno e pestare un seme soltanto! I contadini, infuriati, lo picchiarono di santa ragione. Allora lui corse da sua madre a piangere: – Mamma, mammina, mi hanno battuto, mi hanno pestato! – e lei: -Ma perché figlio mio?

Passavo dal granaio dove battevano le fave, e ho detto: 

“ Che possiate battere per un giorno e pestare un seme soltanto”. E loro, addosso! – Figlio caro, figlio bello, avresti dovuto dire: spero che ne abbiate tanti da non sapere dove metterli! L’idiota giurò che se ne sarebbe ricordato e il giorno dopo se ne andò nuovamente per il paese. Gli venne incontro un funerale e allora lui cominciò a strillare: – Spero che ne abbiate tanti che non saprete dove metterli! – ma quelli che portavano il morto misero giù la bara e lo picchiarono di santa ragione. Così l’idiota tornò a piangere dalla madre e le raccontò che lo avevano pestato un’altra volta. – Figlio bello, figlio caro, ma tu dovevi dire: che riposi in pace! Il giorno dopo, l’idiota andò a passeggio e vide un corteo nunziale con lo sposo e la sposa che venivano davanti a tutti. Così gridò allo sposo: – Che riposi in pace! – e ne prese tante e poi tante da non riuscire più a muoversi. Tornò a casa  e si lamentò: è sempre la stessa storia. Mi hanno pestato e mi hanno battuto, e poi mi hanno pestato di nuovo. – Ma tu che hai detto, figlio caro, figlio bello? – chiese la madre. – Che riposi in pace! Non è così che si fa? – No di sicuro! Tu dovevi dire: Mille auguri, bentrovato! – Non me ne dimenticherò mammina, stai sicura! Ed ecco che il giorno dopo passò vicino a un pagliaio che s’era incendiato, e il padrone era là che cercava di spegnerlo. – Mille auguri, bentrovato! – fece l’idiota tutto allegro, e il contadino lo picchiò con il randello. Il poveretto tornò a casa con il solito carico di busse, e la madre cercò di consolarlo: – Figlio caro, figlio bello, dovevi buttare acqua sul fuoco senza dire una parola! Oramai era pieno di lividi, ma una passeggiata volle farla lo stesso. ed ecco che entra in una casa e vede un contadino che arrostisce un maiale sul fuoco. Zitto zitto, lui s’avvicina e getta un secchio d’acqua sulla fiamma. E anche stavolta quante ne prese! Allora sua madre decise di tenerselo attaccato alla gonna, e l’idiota da quel giorno se ne restò in cortile seduto al sole.

( fiaba popolare russa )

(28)

Loading