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LAND GRABBING

E’ quella parola “GRABBING” che mette in moto la mia fantasia e crea quasi l’impressione dell’atto con cui si mettono le mani addosso ad una realtà altra, di altri, non nostra. Quando poi si allude alle confische di enormi territori, soprattutto in Africa, ma anche in Asia e in America Latina, secondo il rapporto FOCSIV “I Padroni della terra” (2023) viene confermata anche l’affermazione di un gruppo di studenti universitari italiani. Questi, al loro rientro in Italia da un viaggio in Africa, non hanno esitato ad etichettare la confisca di terreni enormi come una ladroneria vera e propria, compiuta dai “furbetti di turno”.
Vien la voglia di pensare che il colonialismo classico, dominato da alcune nazioni europee, sia stato sostituito da un’altra forma di colonialismo. In passato la libertà di popolazioni indigene era stata messa a repentaglio, ora è in pericolo la loro sussistenza! Il rapporto FOCSIV elenca i paesi europei, gli USA, la Cina e il Giappone come i maggiori acquirenti lands grabbers.
Con la produzione di numerosi documenti sul rispetto della proprietà privata soprattutto in Europa verrebbe la voglia di affermare che quel che si auspica a livello di congressi, assemblee democratiche in un luogo perde la sua forza ed applicabilità in altri luoghi. Con una ulteriore precisazione: in quelle zone gli interessi dei coltivatori diretti, se privati delle loro “terre”, rimangono con le tasche vuote. Non hanno molte altre scelte, se non quella di spostarsi altrove, per ricominciare di nuovo. Così almeno sperano.

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