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SI SPERA IN…..

Si spera in un “cessate il fuoco” dei bombardamenti e scontri sanguinosi in Ucraina, in Israele e in diverse altre zone del mondo, anche se quest’ultimi sono offuscati dai due conflitti menzionati. Si spera in una ripresa della salute, dopo una lunga, fastidiosa degenza all’ospedale, seguito da un periodo di recupero che sembrava quasi eterno. Si spera in un ottimo livello di istruzione per i propri figli, senza badare a spese per il periodo scolastico a cui dovrebbe, perché così si desidera, seguire un ottimo collocamento, per condizioni di lavoro e remunerazione. Si spera che l’intervento ad un ginocchio si risolva nel migliore dei modi, pur accettando gli inconvenienti del momento, non sempre con il sorriso sulle labbra. Si spera…. la lista potrebbe continuare. Esiste forse una persona al mondo che non intrattenga desideri da soddisfare non appena possibile o quando le circostanze saranno più agevoli?

Nonostante la varietà di speranze rimaste in balia di un mondo in continua ebollizione, permane comunque una sfida comune per tutti: rappresentata dal colpo finale che per ogni essere umano rimane appena fuori dell’uscio di casa: la morte. E’ per questo motivo che la riconquista della vita, da parte di un ebreo, duemila anni or sono, rappresenta una novità unica nel suo genere. Pur nella complessità delle diverse analisi del caso, rappresentò senza dubbio una svolta inaspettata per i suoi contemporanei e, in seguito, per tutti coloro che hanno desiderato investigare il caso Gesu’ di Nazaret. E trarne le dovute conseguenze.

Si continua comunque sperare e a nutrire questo desiderio comune con lo scartare gli intoppi più o meno gravi che si affacciano lungo i nostri percorsi, a costruire o ricostruire le condizioni che, secondo noi, possano agevolare situazioni di convivenza universali caratterizzati dalla stima per tutti. Il mondo diventa più abitabile e vivibile se si continua a sperare insieme.

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