Amets Arzallus AntiaIbrahima BaldePoesie

MINAN

Adesso lo so, il mare non è un posto dove sedersi.

E tu, tante volte evocato,

ti starai chiedendo chi sei.

Tu forse sei il poliziotto

che sta decidendo della mia domanda di asilo

dietro la scrivania di una questura.

Tu vedrai

cosa fare con me.

Oppure tu, forse, dei mia madre,

Fatima Diallo

ti ho rubato qualche parola

scusa,

non ti avevo ancora raccontato tutto questo.

O forse tu sei Fatumata Binta

o Rouguiatou

vorrei che tu sapessi

che Ibrahima non ti ha dimenticato.

Ma questo racconto ha altri tu,

tu sei Ismail,

tu sei Emi

ti chiedo se sei ancora vivo

e dove ti tiene la sorte.

O forse tu sei

quello che adesso sta attraversando il deserto,

o quello che sta nella foresta aspettando un programma,

tutta questa informazione è anche per te.

O tu sei quello che mia ha aiutato ad arrivare qui,

a Orano o a Irun,

quanti tu.

O semplicemente

tu sei tu

quello che sta leggendo questa poesia.

Ti chiederai

quel tu sono io?

Sì, se vuoi,

quel tu sei tu,

ma io no,

io sono Ibrahima,

e questa è la mia vita.

Ibrahima Balde

(Poesia tratta dal libro “Fratellino”, di Amets Arzallus Antia, e Ibrahima Balde, edito da Feltrinelli, leggetelo, vi entrerà nel cuore).

(39)

Loading