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GLI ETERNI TORTI ALTRUI.

Intendo riferirmi alla situazione, non certo del tutto imprevista, che sta dispiegando i suoi feroci e sanguinanti artigli nella striscia di Gaza. L’invasione improvvisa di nuclei armati palestinesi nei kibbutz israeliani, colpendo ed accanendosi su popolazioni indifese sta avendo l’effetto prevedibile: numerosi artigli si sono aperti e si vanno infoltendo e diffondendo anche in zone limitrofe, coinvolgendo le forze armate di collettività vicine.

Che succede quando vengono compiute azioni malvagie clamorose ed evidenti, in particolare quando viene esercitata la violenza fisica a danno di qualcuno che non è in grado di difendersi. La violenza altrui, cioè, porta alla luce la violenza insita in ciascuno di noi: è questo il circolo vizioso del male, che lo fa crescere in misura esponenziale e ai cui progressi è così difficile opporsi. Oppure, trovare una soluzione pacifica e non violenta.

L’uomo non potrebbe compiere il male, se in lui non vi fosse già una inclinazione verso di esso: altrimenti, il male subito non scalfirebbe la coscienza, per quanto dolorosamente possa essere recepito sul piano esistenziale. Ma il grande mistero del male e la sua potenza segreta consistono appunto in ciò: che esso, giungendo dall’esterno, fa appello alle potenze oscure che si tenevano acquattate in qualche buio recesso dell’anima, in attesa di potersi liberare. Così, il male che viene dall’esterno suscita quello che giaceva, latente, all’interno della coscienza.

E’ futile e controproducente domandarsi quanto a lungo dureranno gli scontri armati, quali paurosi sviluppi potranno generare o quali mosse diplomatiche potrebbero rivelarsi un toccasana. In una situazione geo-politica, razziale e religiosa, come quella del Medio Oriente attualmente discussa da numerosi commentatori di tutti colori politici, i torti altrui sembrano avere la meglio su tutte le motivazioni addotte per un “cessate il fuoco”.

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