Racconti BreviRosinalda Correa da Silva racconti brevi

Nelle trecce di Bintou

È un’altra giornata di sole nel villaggio della nostra piccola amica e oggi è un giorno speciale per lei. Alla nostra amica è sempre piaciuto prendersi cura dei suoi capelli e più di questo le piace intrecciarli.

A volte sua madre adorna le trecce con conchiglie bianche, che, al sole, si vedono da lontano, e a Bintou piace molto. Ma quello che le piace di più è quando sua madre disegna con le trecce. Questa cosa fa un po’ male, pensa la nostra piccola amica, ma solo quando è il momento di fare i disegni. Poi, i disegni sono così belli che si dimentica il fastidio. Ci sono trecce che ricordano la montagna. Ce ne sono altre che formano un cuore. Ci sono trecce che sembrano percorsi e ce ne sono altre che formano mappe. Bintou ama guardare i disegni delle trecce sulla testa delle altre donne: delle zie e delle cugine, e di tutte le donne del villaggio.

Una volta sua nonna raccontò una storia d’amore in cui i fidanzati fissavano appuntamenti con le trecce. La ragazza nascondeva nei suoi disegni sulle trecce i messaggi che voleva dare. Nelle trecce certe volte si mettono ricchezze come l’oro in polvere. Se mettono desideri e speranze nelle trecce, non è solo un modo per abbellire i capelli. Quando si fanno le trecce c’è sempre una storia da raccontare, storie di quelle che potremmo ascoltare per ore ed ore. Ma la storia che piace di più a Bintou è quella di Oxum e le sue trecce magiche. Si, ci sono trecce magiche.

Sua nonna diceva che una volta ci sarebbe stata una festa nel regno di Xangò e lui convocò le sue mogli, perché voleva sapere come ognuna poteva contribuire. Ognuna ha dato il suo contributo: Iyansa ha aiutato nella strategia di sicurezza della festa, Obà del cibo meraviglioso e Oxum della danza e della musica. A tal fine Oxum ha ordinato di lucidare tutti i suoi gioielli. Tra questi la sua corona, fatta di oro e molte pietre preziose. Mentre i gioielli erano lucidati, è andata a fare il bagno con erbe profumate. Ha unto il suo corpo con olio dolce e profumo. Poi è andata ad adornarsi con orecchini, collane e bracciali. E alla fine la corona non era più al suo posto. Lei ha cercato, cercato e niente. Oxum era triste, poteva solo pensare alla festa e a come andare alla festa senza corona. In quel momento ha avuto un’idea: farsi la sua propria corona. Così l’ha fatta: si intrecciò i capelli e disegnò con loro una corona, unse le sue trecce con olio d’oliva, sopra gettò oro in polvere e infine incollò conchiglie sulla corona di trecce. Com’era bella! Quando entrò nei saloni, davanti al corteo non c’era nessuno che non la guardasse. La regina delle regine. Quella che porta la corona sulla testa anche se ne è senza. Quella notte Oxum aiutò il suo re con grandi idee e alla fine fu la donna più venerata nel suo regno.

Questa era la storia preferita di Bintou, forse perché alludeva alle strategie femminili. Forse perché c’era molta musica, ma la verità è che la storia delle trecce la faceva sentire più che speciale. Ogni donna è regina e porta la corona sulla sua testa, ogni ragazza è una principessa, e le trecce sono oltre la cura e rappresentano l’incoronazione di qualcosa che fa parte della natura femminile. Questa volta Bintou voleva un disegno di cuore. Alla fine delle trecce sua madre mise dei ciondoli di perline: una corona colorata per una ragazza arcobaleno. Nel villaggio ogni treccia racconta una storia, le donne conservano i ricordi ancestrali delle persone che sono venute prima di loro, in ogni passo si scambiano amore e cura di se. Bintou sapeva della magia che esisteva in questo processo, forse è per questo che gli piaceva così tanto fare le trecce e lasciarsi intrecciare i suoi bei capelli.

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