Racconti BreviRosinalda Correa da Silva racconti brevi

Bintou e Fayola: l’amore è ciò che rimane.

Questa è una di quelle storie difficili da raccontare, forse perché parla di nuovi inizi che si verificano quando qualcuno che amiamo va dall’altra parte, o, come diciamo, entra nell’incanto.

Poi continua ad incantarci per tanti anni. Bintou, ora di nove anni, è una bambina dell’antica anima che presto ha scoperto di poter vedere molto di più della maggior parte delle persone, che ha 6 anni ha affrontato la savana per salvare i suoi fratelli, che ha ricevuto da Oxum l’incarico di essere custode della zucca e dei suoi segreti. Bintou ha visitato la foresta sacra di Ossae, il regno delle acque di Iemanjà, ha imparato presto a leggere la natura, a parlare con gli animali e talvolta con esseri magici, ha sempre avuto gli insegnamenti di sua nonna Fayola (Ya Agbaré), passando ore con lei a raccogliere erbe, coltivare, raccogliere e pilare igname per fare uno dei suoi cibi preferiti, crocchette di igname.

Sua nonna è un’antica Yagba e, come dice il suo nome (che significa grande fortuna con onore), Fayola è una signora di una grandezza, di una nobiltà unica. È stata lei a scegliere il nome di Bintou, ed è stata con lei in tutte le fasi, essendo la nonna, come in ogni villaggio, responsabile dell’educazione dei bimbi. Fayola è, agli occhi di ogni villaggio, la grande madre, responsabile dei culti femminili.

La giornata era soleggiata e la nostra amica, in compagnia della sua scimmia Dora, aveva già aiutato sua madre nelle faccende di casa, e quando finì corse alla capanna di sua nonna, chiamandola: “Agbaré, Agbaré!” bintou parlava, ma sua nonna non rispondeva. Così aspettò fuori fino a che sentì: “Entra, Kekere!”. Bintou entrò e incontrò sua nonna seduta su un ceppo di legno, circondata da oggetti che per la nostra piccola amica erano sempre magici, uno specchio di ossa di pesce, una zucca, una gamella dove la nonna impastava l’igname, molti anelli di rame, alcune perle di conchiglia, perle d’oro, una pentola rotonda dove cucinava. Sul fornello cucinava qualcosa e da lì arrivava un odore molto buono. La nonna chiamò Bintou: “Siediti qui, mia Kekere!”. Allora Fayola ha iniziato a spiegare ogni oggetto dai ricordi che aveva con ognuno di essi. Lo specchio era un ricordo del matrimonio che è durato più di 60 anni. Bintou si ricordò che quando suo nonno fece il passaggio, sua nonna passò del tempo a camminare con questo specchio, diceva che in lui vedeva il suo amato marito. Ora Fayola aveva 98 anni, ben vissuti, sognati, amata da tutti. Nella zucca vedeva ogni gravidanza e, con questa, la presenza di ogni figlio suo e del villaggio che aveva aiutato a venire al mondo, ed a ogni storia raccontata gli occhi di Bintou brillavano di più.

Rimasero lì molto tempo con Fayola raccontando, e la nostra piccola amica si riempiva sempre di più di amore. Era così tanto amore che la notte arrivò senza che Bintou se ne accorgesse, e si addormentò dopo una zuppa di patate dolci.  E nel suo sonno viaggiò in altri mondi, visitò grandi re e regine, sempre in compagnia della nonna. Insieme arrivarono in un villaggio in cui Bintou non era mai andata, ma lì tutti conoscevano Fayola e lei fu accolta con feste, c’erano persone danzanti che la nonna riveriva. Erano vestiti con abiti colorati che coprivano i piedi e con maschere sul viso che ricordavano quelle che portavano nel corteo di Oxùm, corteo in cui Bintou portava la zucca dorata. Lì hanno ballato, sorriso e mangiato e, per un istante, sua nonna è stata portata via  mentre lei ballava e giocava con altri bambini.

Dopo aver ballato molto, uno di loro si avvicinò all’orecchio di Bintou e disse: “Svegliati Kekere, è ora di andare!”. In quel momento la nostra piccola amica si svegliò e si rese conto che era nel letto della sua stanza, e in casa c’era un movimento diverso, i suoi genitori erano vestiti in modo diverso. Bintou sentì una stretta al cuore, sapeva cosa significavano quei vestiti, e chiese a sua madre cosa fosse successo e sua madre rispose: “La tua Iagbaré entrò nell’icanto… AH!”. Bintou non poteva crederci, era con sua nonna poco fa, come era possibile? In quel momento capì che tutto ciò che aveva sentito e vissuto era un arrivederci, e che da quel momento in poi Fayola avrebbe vissuto dentro di lei e che i due si sarebbero incontrati, quando possibile, nei suoi sogni, visioni e, soprattutto, nel suo cuore. Bintou fece il suo bagno profumato, si vestì e andò al corteo della sua Iagbaré, e lei scelse di portare lo specchio, quello dell’amore di cui la sua nonna aveva parlato. Così, la madre di Bintou chiese perché lo volesse portare in processione insieme alla zucca, e lei rispose: “Ya Mi, la mia Igabaré ha detto che simboleggia il suo amore e in lui posso vederla ogni volta che arriva la nostalgia del suo viso”. Così Bintou seguì il corteo accompagnando il corpo di sua nonna alla sua ultima dimora, perché lei sapeva che la sua anima e il suo spirito avrebbero vissuto in lei e in tutti quelli che la nonna ha accompagnato in questo mondo.

Alla fine, l’amore è ciò che rimane… Sun re o! Ya Mi. Sole re o! Baba!

(34)

Loading