Fiabe

Dentro la quercia

In una misera capanna viveva un povero taglialegna che aveva a carico una famiglia numerosa. Ogni giorno al sorgere dell’alba, partiva con la sua ascia a lavorare nei boschi. Al crepuscolo lo si vedeva tornare stracarico di fagotti. Tutti i suoi sforzi però non gli consentivano di uscire dalla povertà in cui era condannato, malgrado la tenace collaborazione di sua moglie che l’aiutava, come meglio poteva, per far vivere il più serenamente possibile i loro bambini.

Col passare degli anni, le forze del taglialegna declinavano a poco a poco. Non si azzardava più a intaccare gli alberi robusti con la fibra compatta, e ricercava piuttosto quelli vecchi di consistenza più floscia, dove la sua ascia incontrava meno resistenza.

In quel tempo lì, egli aveva scoperto nel bel mezzo della foresta una vecchia quercia con numerosissimi ramicelli, attaccati in modo molto comodo per lui. Giorno dopo giorno ritornava a tagliare i rami.

Ma un bel giorno, nel momento in cui il povero uomo si accaniva con la sua scure contro quell’albero, facendo risuonare in tutta la foresta i suoi “han…”. Ecco sorgere dalla quercia un ginn dallo sguardo indignato, che lo redarguisce aspramente:

– che cosa è questo modo di fare? – disse il ginn, – perché te la prendi con la mia casa? Ogni giorno tu vieni qui a intaccare i miei rami. Tra poco non mi rimarrà che andare a rifugiarmi nelle radici. Ma io che cosa ti ho mai fatto di male? –

– perdonatemi, monsignore – disse il taglialegna impaurito, – non pensavi di farvi male. Se ho scelto il vostro albero è solo perché è vecchio e tenero. Vedete, le mie forze mi abbandonano e ho ancora numerosi bambini da sfamare.

– va bene, va bene, – disse il ginn conciliante, – voglio farti un regalo. Ma dopo tu non dovrai più tornare qui a darmi fastidio. Tieni, prendi questo mulino. Dovrai solo dirgli all’occorrenza: “Mulino, fai il tuo lavoro!…”. ed egli ti darà della semola che tu andrai a vendere. Con quel che ne ricaverai potrai comprare tutto quanto è necessario a tua moglie e ai tuoi bambini. Tutto questo però ad una unica condizione: dovrai tenere il segreto assoluto su questo mulino e non svelarlo a nessuno.

Felicissimo il taglialegna tornò a casa. Si sentì in obbligo di mettere al corrente la moglie di questo segreto. Le raccontò delle doti meravigliose che possedeva il mulino, tanto che lui stesso stentava a crederci. La moglie si dimostrò altrettanto scettica.

Egli si mise subito all’opera. Posò il mulino a terra sopra un lenzuolo, poi disse: “mulino fai il tuo lavoro”.

Subito il lenzuolo fu ricoperto da una montagna di semola. I poveretti, neanche a dirlo, erano meravigliati. Il taglialegna riempì parecchi sacchi di semola per il pane e per le provviste diverse della famiglia.

L’indomani ricominciò la stessa operazione. Con il ricavato della vendita egli comprò dei vestiti per i suoi piccoli, piatti e cose varie per la cucina, delle calde coperte, ecc.

Giorno dopo giorno la casetta si trasformò: diventò calda e accogliente, con bei mobili confortevoli. I ragazzi erano ora ben nutriti. Crescevano forti e sani e abbellivano a vista d’occhio. Era finalmente la felicità per tutti.

Avvenne che durante l’assenza del taglialegna, una vicina andò a far visita alla moglie. Si stupì della repentina trasformazione della casa e dei suoi amici, del cambiamento del loro modo di vivere. Curiosa inquisì l’amica: “Siamo veramente felici di vedervi così ben vestiti e floridi, mentre prima eravate così miserabili. Ma che cosa vi è dunque capitato? Per caso avete avuto un’eredità?”. “No mia cara, niente eredità”. “Eppure vostro marito vende ogni giorno semola in gran quantità al mercato”. “Esatto!” “ E cara, ma dove la prende?”. “È il mulino che gliela dà”. “Ma il grano per il mulino da dove lo prende?”. Messa alle strette dall’amica curiosona , la donna finì per svelare il suo segreto. Bastava dire al mulino: “Mulino fai il tuo lavoro…” ed esso continuava a produrre semola fino a quando non gli si chiedeva di smetterla.

La vicina contemplò attentamente lo strumento, poi fece un rapporto completo a suo marito e gli sottopose un piano per far si che quella ricchezza passasse nelle loro mani. Bastava che lui andasse al paese e si facesse fare una copia esatta di quel mulino. Appena lo riportò a casa, disse al marito di farsi prestare una piccola somma di denaro per organizzare un bel pranzo. A quel pranzo, l’astuta vicina invitò molte persone tra le quali anche la coppia del taglialegna. Tuttavia disse alla amica: “ In vista della preparazione di questa festa, vi dispiacerebbe prestarmi il vostro mulino? Ve lo restituirò questa sera stessa. La donna non si fece pregare due volte. Mentre tutti gli invitati si ingozzavano di cuscus e di dolci al miele, la vicina fece la sostituzione dei mulini, in modo tale che alla sera la “taglialegna” riprese indietro il sosia del suo mulino magico.

Quando all’indomani mattina il taglialegna volle fare l’abituale quantità di di semola per andare a venderla al mercato, dopo aver detto la frase magica, rimase stupito nel constatare che il mulino rimaneva inerte. Chiese allora spiegazioni alla moglie che gli disse: “Purtroppo questo mulino ha lavorato per molto tempo. Ormai non funziona più. Senz’altro il ginn gli avrà dato una potenza temporanea, ed essa è ormai giunta al termine”.

La coppia ricadde così nella più nera delle miserie.

Il taglialegna fu costretto a riprendere l’ascia e a recarsi nel bosco per intaccare ancora una volta la vecchia quercia.

Al primo colpo saltò fuori il ginn che era stato nuovamente disturbato e urlò al taglialegna: “Ah, sei di nuovo qui!”. “Monsignore mi dispiace, ma il vostro mulino non funziona più”. “Hai tenuto il segreto?” “Si”. “Anche con tua moglie?” . “Non mi è stato possibile”. “Allora lei ha svelato il segreto!”. “Adesso invita a casa tua le stesse persone del banchetto della tua amica, nel caso loro non rivelino il furto, ti faccio il regalo di questa piccola mazza. Usa la frase: piccola mazza fa il tuo lavoro…

Quando gli ospiti arrivarono, li sistemarono in due stanze diverse: i ladri rimasero nella stanza con loro. Il taglialegna disse:” Vi abbiamo prestato il nostro mulino. Mentre voi l’avete sostituito con un altro che non funziona!…” I vicini giurarono che non avevano fatto niente di simile. A quel punto il taglialegna ordinò alla piccola mazza di fare il proprio lavoro e questa colpì fino a che non restituirono il vero mulino.

Così il vecchio taglialegna potè continuare a vivere nell’agiatezza e in pace con tutta la sua famiglia, mentre il ginn si rasserenava nella sua vecchia quercia,

( fiaba del nord Africa)

(40)

Loading