Un umile contributo per il ricordo di Giorgio Guidarelli
È passato qualche giorno e preso quell’attimo di fiato necessario do spazio al desiderio di parlare del maestro Giorgio Guidarelli con cui l’amicizia non è stata tanto assidua nei fatti concreti ma comunque è e resta amicizia vera, intensa e piena di solidarietà; da parte mia questo senso di essere veramente compaesani è pieno di ammirazione per le cose che ha fatto e per come le ha condotte. Raccontare è ancora difficile per la traccia emotiva che resta ed insiste ma provandoci la prima cosa che viene in mente è quando un po’ più grandi di me passavano per il Corso muovendo la testa e andando al passo ritmato dalla musica che suonavano lui con al fianco l’altro grande amico Aldo Antonelli, guidati dal maestro De Rosa. Erano concentrati, fieri e contenti di quella musica e del fatto che noi, il loro paese, stessimo lì per strada a sentirli e a partecipare. Vorrei osservare che da allora in poi, anche quando ho visto Giorgio serio e motivato in quello che diceva, non ho mai colto segni di alterazione e anche quando gli capitava di farsi uscire qualche espressione “vernacolare” non risultava mai “sopra le righe”. Non credo fosse calma forzata o misuratezza ostentata quanto il rimanere fedele esteriormente a quello che il suo talento gli suggeriva nell’interiore: la ricerca e la fedeltà all’armonia. Una cosa che certamente al principio incontrava nella musica ma, ricordando i suoi comportamenti, per lui deve poi aver compreso ogni fatto della vita. Si poi le note d’argento dal suo flicorno e, va bene, le performances eccezionali della “Monteporzio Super Band” oltre al valore delle composizioni musicali che ha lasciato; però, per finire questo breve percorso, vorrei ricordare quando pochi mesi fa mi ha fatto piacere l’avere in lettura le bozze del suo “Le regole del passaggio a livello”. Un libro che, mi è sembrato, voleva essere un testamento da lasciare al figlio Enrico come incoraggiamento verso la vita che, dai racconti scritti da Giorgio, è un impegno forte e onesto che se condotto al massimo delle possibilità poi dev’essere ripagato. Non è il fatto puerile che adesso la vita che c’era per il paese mancando Maurizio, Aldo, Giorgio ed altri è definitivamente chiusa; purtroppo c’è qualcosa di più grave. Grottaferrata è già in uno stato di confusione più che palese e con Giorgio Guidarelli si è perso un vero punto di riferimento di come i grottaferratesi volevano e dovevano essere; dediti alle cose con le proprie migliori risorse ma senza cercare l’eco di elogi vistosi o roboanti. È una mancanza interiore che negli ultimi anni ho sentito altre volte ma, eccetto che per mia madre, proprio non mi pare sia stata mai così grande.
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