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La puzza di cipolla

Un povero pittore fu incaricato di dipingere un Crocifisso nella chiesa di un paese.

Il curato gli disse: “Cinquanta baiocchi al giorno, più il pranzo, la cena e la colazione. Siete contento?”. “Meglio di niente sarà”, gli rispose il pittore, e si mise al lavoro.

Arriva mezzogiorno, va su al refettorio e si mette a tavola. Gli portano per minestra una zuppa di cipolle, e per secondo un piattone di fagioli conditi con la cipolla. E basta.

La sera una secchia di patate a insalata con la cipolla. E va bene così! Quel poveraccio fece tra sé: “Speriamo domani!”. Ma il giorno dopo, e quell’altro e quell’altro ancora e tutti i giorni che rimase a dipingere in chiesa, non mangiò altro che cipolle a pranzo e cipolle a cena.

Ecco che venne il giorno che il Crocifisso fu finito. Il pittore chiamò il curato e gli mostrò il capolavoro.

“E’ bellissimo, o meglio sarebbe bellissimo” fece il curato “se non avesse la faccia girata dall’altra parte!”.

“Padre curato mio” gli rispose il pittore, “siccome m’avete dato da mangiare cipolle a più non posso, si vede che il fiato puzzolente lo disgustava, e quel povero Cristo ha voltato la testa!”.

(fiaba popolare romanesca)

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