Fiabe

Le fiabe sono per i bambini?

Disegno di Adriano Cantaluppi

A tutti coloro che leggono libri gialli, horror, thriller, ecc. o Ecco una nuova fiaba che vedono film dedicati solo agli adulti, propongo una serie internazionale di fiabe popolari dove si potranno trovare: fratelli e sorelle, mariti e mogli, la cattiva matrigna, (in azzurro); piccoli piccoli, principi e principesse, la bella e la brutta, furbi e sciocchi, ladri e briganti, (in rosa); fate, gnomi giganti e streghe, (in verde); incantesimi e magie, oggetti magici, bambole e pupazzi, fame, freddo e terrore, (in arancione); storie di bestie, animali riconoscenti, animali prodigiosi, sposi animali, (in rosso); il sole e la luna, il mare e la sua gente, la casa nel bosco, ragazze sagge, ragazzi coraggiosi, ori e tesori, storie sacre, (in celeste); mostri buoni e cattivi, morti riconoscenti, la morte, il diavolo, lupi orchi e draghi (in viola). Sultani, oasi, miraggi e vendette, servi, mostri e tiranni, (in nero).

Parlare di fiabe è un’impresa azzardata, perché il paese delle fate è “ pericoloso, pieno di trabocchetti per gli incauti e di tranelli per i temerari”, così come ebbe a dire un grande scrittore di saghe nordiche. Dopo che le avrete lette rispondete ad una domanda: le raccontereste ancora ai vostri figli o nipoti? Buona lettura!

C’era una volta…

Andrea Cantaluppi

La Zucca Volante

Si racconta che un Sultano possedesse una figlia unica, la cui bellezza era incomparabile.

Desideroso di sceglierle uno sposo che fosse al tempo stesso dotato di un cuore tenero, d’uno spirito sciolto e d’una fervida immaginazione, decise di far annunziare al tutto il reame che la mano della principessa sarebbe appartenuta a quelli che avrebbero saputo raccontare a lui e a sua figlia la bugia più dolce. In caso di sconfitta, la sanzione sarebbe stata la pena di morte.

Parecchi candidati si presentarono al Palazzo. I loro discorsi non piacquero né al Sultano, né a sua figlia. L’esito tragico di queste favole, scoraggiò naturalmente il numero dei pretendenti.

Malgrado ciò, un giorno si presentò un uomo: modesto nell’aspetto, vestito con grande semplicità. Era un filosofo.

Il Sultano gli chiese se era a conoscenza della posta in caso di sconfitta. Rispose affermativamente, e cominciò subito il suo racconto: “Non vi fidate, Sire, dei modesti abiti che indosso! In realtà sono un uomo molto ricco. Possiedo infatti 400 alveari. Ognuno di essi contiene 1.000 api. Ogni sera le conto una per una. L’altro giorno, mi accorsi che ne mancava una. Fortunatamente l’ho vista volare in aria. Non arrivai però a prenderla. Perciò saltai sul mio cavallo per inseguirla. Ma poi cominciò a volare al to, sempre più in alto. Il mio cavallo, allora, si sollevò in aria nella sua scia. E così mi portò fino al primo cielo; poi al secondo, poi al terzo, e finalmente arrivammo al settimo cielo. Una volta raggiunto il settimo cielo, mi decisi a visitarlo. Mi venne sete. Il mio cavallo, anche lui era assetato. Un essere simigliante ad una donna si presentò a noi con un secchio in mano. Questa creatura però mi prese per un ghoule ed ebbe paura. Tanto da buttarmi addosso il secchio d’acqua. L’afferrai per un braccio. Ma questo si ruppe: era di zucchero. Baciai la sua mano, ma poiché questa era di sapore eccellente, me la mangiai come del resto mangiai la donna intera. Degli uomini giunsero in sua difesa. Erano di cioccolata. Ne ho rotto e mangiato a migliaia. Poi giunsero altri soldati alla riscossa. Così venni sopraffatto: mi arrestarono e mi gettarono in carcere. Le mura del carcere erano di burro. I soldati per nutrirmi mi davano dei piccoli panini caldi e piatti. Io li tagliavo in due e li passavo e ripassavo sui muri per farne delle deliziose fettine biscottate al burro. Così i miei guardiani notando che, dopo il mio arresto, diventavo ogni giorno più grasso e forte mi liberarono.

Ero diventato così vigoroso che nessuno poteva competere con me. Malgrado ciò, fui preso in trappola e rimesso nuovamente in prigione.

Quella volta i muri erano fatti di miele. i soldati mi nutrivano sempre buttandomi dei panini caldi. Ricoperti dal miele che stillava dalle pareti, erano una vera delizia. Abbellivo di giorno in giorno e diventavo sempre più forte.

Il Sultano finì per arrivare alla conclusione che ero dotato di poteri eccezionali, e che doveva liberarmi. Mi disse: – O ghoule! Ma da dove vieni? – Dalla terra, Sire. Ma non sono un ghoule.

Mi fece dare una casetta con un giardino. Il terreno del giardino era buono solo per la coltivazione delle zucchine. Ma queste zucchine avevano delle dimensioni enormi, sproporzionate. Ne presi una di 4 metri di altezza e i soldati mi diedero un’ascia per tagliarla in due. Diedi un gran colpo, talmente forte, che mi trascinò con lei nel bel mezzo della zucca. I soldati subito la richiusero sopra di me, e mi gettarono dal settimo cielo. Ne sto tornando proprio in questo momento, Sire”!

Il Sultano incantato da questo iperbolico racconto, le allusioni del quale non gli erano certo sfuggite, concluse che il filosofo si era guadagnato la mano della principessa.

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