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Diritti umani: opachi!?

Ogni essere - Disegno e testo di Adriano Cantaluppi
Ogni essere – Disegno e testo di Adriano Cantaluppi

Potrei sbagliarmi, ma penso che viviamo in un periodo storico, dove la menzione del diritto o dei diritti umani continua ad essere ripetuto con una frequenza così regolare da insospettire che si parli, sempre e ovunque, usando gli stessi parametri interpretativi. E questo avviene in tutte le latitudini e in molte correnti sociali, politiche o altro che si impegnano a sollevare collettività o individui da situazioni di penuria, economica o morale (per es. mancanza di libertà a vari livelli) che sono il pane quotidiano in molte zone del mondo.
La codificazione dei diritti umani avvenuta in seguito alla cessazione della Seconda Guerra Mondiale ha segnato una svolta importante nella storia dell’ umanità. Gli orrori, le distruzioni commesse durante la 2da Guerra Mondiale e lo sterminio del popolo ebraico resero necessaria la creazione di uno strumento in grado di salvaguardare i diritti fondamentali e la dignità di qualsiasi individuo senza distinzione “di razza, colore, sesso, lingua, religione, di opinione pubblica o di altro genere” (Art. 1).
Nel giro degli ultimi 70 anni si son moltiplicate organizzazioni a livello continentale, come per es. la Corte Americana dei diritti umani (1981), seguita da quella Africana ed ultimamente dalla Carta Araba dei diritti umani ( 2004). Tutte si occupano di aspetti particolari (interpretazione e applicabilità) della convenzione di Ginevra (1948). Cosicché, al momento presente, risulterebbe molto difficile avere un catalogo completo della loro applicazione concreta e reale, alle innumerevoli situazioni di violazioni, a volte non riportate dai media, ma che avvengono in contesti “protetti”, o dall’ esterno o dall’ interno, di numerose società.
La realtà attuale è caratterizzata sì da un gran numero di strumenti, con l’ appoggio di tribunali a difesa dei diritti umani. Ma anche da numerose violazioni, non solo da parte di regimi autoritari , ma anche all’ interno degli stati democratici. Quest’ ultimi hanno sottoscritto la convenzione di Ginevra, ma i sistemi di monitoraggio (i cosiddetti “poliziotti sul campo”) sono o inesistenti o coartati nell’ adempimento delle loro mansioni. Negli ultimi anni, con il diffondersi del terrorismo, le violazioni dei diritti umani vengono a volte giustificate, adducendo il valore dell’ incolumità, personale o collettiva.
Non ho alcuna intenzione di mettere in dubbio la validità dei tanti strumenti esistenti per la difesa dei diritti umani. Sono utili: non c’è dubbio! Ma, per costruire una duratura convivenza a livello mondiale, diventerebbero ancor più utili e preziosi, SE applicati senza sconti per nessuno. Sempre e ovunque.

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