Andrea Cantaluppi articoliArticoliRacconti Brevi

Osterie messicane

Sono stato a fare un viaggio antropologico- culturale nelle fumose, malfamate, puzzolenti, osterie messicane. Questo sacrificio l’ho fatto per voi ovviamente, e mi sono accollato tutti i rischi che ciò comporta. Tra sigari masticati e sputati in un pavimento ancora da fare, tra rutti e sguardi torvi, o più propriamente annebbiati da un alcol d’incerta provenienza. Dentro un caldo solido che addormenta pure le poche mosche che sbattono in ogni angolo. Tra giri di carte oramai non più riconoscibili e fortemente segnate dai bari; sotto lampadine che non illuminano neanche se stesse; tra furtivi e lesti movimenti, e tra sguardi equivoci di damigelle che hanno conosciuto tempi migliori, ho pensato di farvi partecipi raccogliendo per voi alcune scritte “presentabili”, che offrono lo spaccato filosofico comune a tutti i beoni del mondo.

Forse questa parte di basso lignaggio del Messico ci ricorda i film con Pancho Villa: sparatorie e scazzottate in nome di un futuro più giusto e libero. Ci fa ricordare Zorro vendicatore degli ultimi, con poliziotti talmente inefficienti e corrotti (come oggi insomma), che fanno un poco di simpatia. I peones che, a fine settimana, presa la misera paga, andavano ad affogare la loro vita grama in un sogno illusorio e di breve durata. (Il muro, come separazione grottesca e vile da un sogno, ancora non era stato costruito, ma la speranza di migliorare, stando di qua o di la è la stessa). Questa è la parte più genuina e sincera  di un popolo che ignora quale tremendo futuro hanno preparato per lui le multinazionali e i governi a loro asserviti. Chissà che non sia meglio lasciarli nel loro vinoso torpore anziché svegliarli e lanciarli alla conquista della loro dignità e libertà?

Insomma, per me che sono nato in un paese ricco di osterie e di ubriaconi incalliti, mi è sembrato di tornare alle mie origini. Tutto il mondo è paese. 

Tutti provano vergogna dopo un’ubriacatura e diventano lo zimbello  della comunità. Promettono di smettere, ma ancora ne devo conoscere uno che ci sia riuscito.

Dopo questo disinteressato sacrificio (HIC), fatevi due risate per il vostro ben-essere.

Andrea Cantaluppi.

“Va bene essere astemi, però con moderazione.”
“L’acqua è talmente nociva che la benedicono, il vino è così buono che lo consacrano.”
“Dio mi liberi in questa vita da un sabato senza bevuta.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“L’alcol produce amnesia e altre cose che non ricordo.”
“L’alcol uccide lentamente. Non importa non ho fretta.”
“E’ bene posare la bibita, è male non ricordarsi dove.”
“Il giorno che l’alcol farà male alla salute, dimentica di…leggere.”

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