Ci provo
Autore: Giovanni Di Sarno
Ci provo. Voglio credere che il mio pensiero faccia la differenza. Voglio credere che possa unirsi ai giusti, che possa sperare con altri pensieri per accettare la paura e il coraggio. Voglio credere di essere onesto negli intenti, di essere immune dall’ipocrisia che si alimenta di quello che lasciamo cadere nella sua ciotola capiente. Ci provo. Lo chiedono i miei sentimenti offesi e maltrattati, che non riesco a zittire davanti all’arroganza dei malvagi, di coloro che abbattono chi meno può difendersi o lottare; che insistono su chi già soffre; che violano, oltraggiano, distruggono, ancor di più, il già debole. Come si può pensare e parlare in modi che esprimono concetti opposti e poi conciliare tutto con la ragione accomodante, spesso vigliacca? Siamo insensibili non perché gli altri ci hanno reso, nostro malgrado, così, ma perchè vogliamo sancire il trionfo del nostro egoismo, la gioia di non appartenere agli oppressi che sono altro da noi. Noi non siamo quelli che affondano nella melma del nostro stesso degrado morale. La realtà apparente chiede ogni giorno il suo tributo di sangue sull’altare dell’iniquità e lo ottiene, grazie all’evanescenza delle nostre azioni compiute da mani incapaci di alzarsi a protezione della vita, la stessa che ce le ha donate. Quella vita che ci ha fornito di tutto, anche della capacità di farci domande e, quale che sia la risposta, deciderne comunque la assoluta veridicità. Quasi fosse un cruciverba di cui, una volta completato, controlli l’esattezza all’ultima pagina. Dovremmo ritrovare il sentiero della nostra infanzia, quando bambini guardavamo al mondo e tutto ci sembrava meraviglioso ed eravamo vivi. Si ride, a volte, come se fosse piangere. Dovremmo forse restare con la faccia immota e l’amarezza che stringe la bocca, senza piangere, senza ridere? Oppure vivere?
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