Andrea Quadrani racconti breviArticoliRacconti Brevi

Date

Autore: Andrea Quadrani 

Diciannove, quarantuno, quarantatré, ottantaquattro, quattro, cinque, diciannove, sessantacinque, quattro, ventinove, trenta trenta… numeri, numeri con significati e senza; numeri, numeri con significati o senza. Numeri e ricordi. Ricordi di numeri. Sei davanti a questo quadro di numeri. Quadro di vita. Date ed episodi. Situazioni e realtà. Attaccato col naso al quadro. Fermo. Senti col naso il contatto con la tela. Percepisci gli odori della pittura e chiudendo gli occhi, percepisci i colori, il contatto con la generatrice della tua vita, con il liquido che ti ha avvolto per tanto tempo; concentrandoti, avverti e cogli i profumi dell’infanzia. Avverti le vibrazioni positive e negative. L’istruzione, i giochi, i giochi dell’istruzione. L’inquadramento progressivo nel gioco. Il gioco dell’esistenza. Profumi di pittura, intensi.  Sei inchiodato là a piacere e a piacerti. Poi pian piano ti allontani, per cercare di capire, per avere risposte; passo passo indietro, lentamente, senza fretta, solo. E più la distanza aumenta tra te e la tela, più c’è divario, guardi guardi con sguardo diverso. Ogni passo indietro ti svela qualcosa. Qualcosa è svelato addirittura mentre fai il passo, con la gamba a mezz’aria, nell’atto di farlo, quel passo. Lo fai tu e guardi davanti a te. L’amore che sboccia colorato. La vita che parte spedita e spedita si espande. E inizi a capire; solo qualcosa però. Non tutto. Tutto non si può. Troppo conveniente il tutto. Anche la rincorsa indietro a un certo punto si ferma. Non riesci ad andare troppo indietro. Stop. La realtà è fottutamente irreale, un po’ come il futuro. Le spiegazioni non sono di questa realtà. Troppo comodo. Solo domande e qualche risposta, solo colori e profumi. Provi provi a continuare il viaggio verso ‘il capire’ e sposti il piede indietro per continuare ad andare avanti e invece lui si sposta avanti, per continuare ad andare indietro. E l’unico modo che ti è concesso. E camminando camminando sulle tue stesse orme ritorni là, al punto della tua partenza. All’origine di tutto. Forte anche delle spiegazioni percepite nel cammino. Arrivi al quadro. Attaccato col naso. Ai numeri e al passato.

 

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