dom Helder Camara
Come Arcivescovo di Recife, Brasile, si è sempre battuto contro le ingiustizie, la fame, la povertà. Sostenitore della Teologia della Liberazione, fu promotore del Patto delle catacombe, dove si riunirono una settantina di alti prelati in occasione del Concilio Vaticano II, che sottoscrissero un documento che chiedeva una Chiesa povera, dei poveri, per i poveri.
Fu duramente perseguitato dalla dittatura militare brasiliana. Alcuni suoi collaboratori furono trucidati o fatti sparire.
Con una sua frase, che divenne una sorta di “manifesto” del suo pensiero, diceva: ” Quando do da mangiare ai poveri mi battono le mani. Quando domando perché i poveri hanno fame, mi chiamano comunista”.
Scrisse anche delle poesie, ve ne propongo due che svelano la sua intima essenza nonché il suo sottile umorismo.
I poveri
Non basta
che i poveri ti conoscano
e ti chiamino per nome:
è importante
che tu li conosca
che ne sappia la storia
e ne sappia il nome.
Un sogno
Ho sognato che il papa impazziva,
e dava fuoco al Vaticano
ed anche alla basilica di San Pietro.
Pazzia sacra,
perché Dio attizzava il fuoco
che i pompieri, invano,
cercavano di spegnere.
Il papa folle,
usciva per le strade di Roma,
dicendo addio agli ambasciatori
presso la Santa Sede
e distribuendo ai poveri
tutto il denaro
della Banca del Vaticano.
Che vergogna per i cristiani!
Perché un papa
Viva il Vangelo di Gesù,
dobbiamo immaginarlo
impazzito, completamente.
Questo “sogno” l’ha fatto negli anni ’80 del secolo scorso. Se pensiamo agli sforzi che l’attuale papa sta facendo, in completa minoranza tra la curia romana, per cercare di far uscire la sua Istituzione dal letargo secolare che ne è seguito dall’ultimo Concilio, possiamo solo auspicare che il “sogno” non rimanga tale.
Andrea Cantaluppi
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