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COLTELLI E PALLOTTOLE MICIDIALI

Non è un titolo piacevole. Senza dubbio. E’ difficile nascondere il disgusto e la
rabbia nel vedere che i coltelli vengono impugnati con una paurosa frequenza,
qui in Italia, e che fucili e rivoltelle, negli Stati Uniti, vengono usati con una
frequenza incalzante. E’ inutile nascondersi dietro facili illusioni.
Se in Italia l’acquisto delle armi fosse liberale, come negli Stati Uniti, i coltelli
rimarrebbero utensili da usare in cucina o in altri luoghi deputati all’uso.
Diversamente se l’ acquisto delle armi negli Stati Uniti fosse proibito,
probabilmente ricorrerebbero all’uso di coltelli o di altre armi bianche.
Le analogie in America come in Italia, differenze di costume a parte, mostrano
una somiglianza davvero stupefacente.

I giornali americani non lesinano il loro disgusto di fronte ai ripetuti fatti di
cronaca che vedono coinvolti incolpevoli compagni di scuola siano essi in
un’aula scolastica, in un cinema o durante concerti all’aperto. I nomi delle
località rese infauste dai fatti di cronaca possono riassumersi con questi nomi:
Sutherland Springs, Blacksburg, Sandy Hooks, Las Vegas, Orlando,
Binghamton, Dallas, Washington Navy Yard…con un crescendo
impressionante. Le statistiche parlano chiaro: il numero di giorni che separano
le sparatorie sono diminuiti da circa 200 nel 1983 a 64 nel 2011. E l’
accelerazione non accenna a diminuire, progredisce.
Non è diversa la situazione in Italia con gli accoltellamenti e le sparatorie, anche
se a volte sono meno plateali.

Sia in Italia che negli Stati Uniti, dopo ogni fatto di cronaca nera, si sprecano
accuse e recriminazioni ripetute all’infinito fino alla noia ma che, purtroppo,
portano a poco. Ecco i suggerimenti più ricorrenti che servono a placare le coscienze ma che non sempre portano a soluzioni effettive: la scuola deve insegnare il rispetto per la vita umana, occorre limitare i programmi televisivi impregnati di violenza, rivalutare l’importanza della famiglia, intervenire tempestivamente su comportamenti mentali cercando piuttosto di prevenire. E così via.

Le stragi perpetrate contengono un virus contagioso. I ricercatori dell’
universita’ dell’ Arizona hanno messo in risalto come, soprattutto le sparatorie
avvenute all’interno di edifici scolastici, siano dettate dal desiderio di far
spettacolo, di “duplicare” fatti di cronaca gia’ avvenuti e, soprattutto, di finire
sui giornali! Almeno una volta nella propria vita. “E piu’ ne fai fuori, meglio è”, osserva un adolescente gia’ sotto osservazione. I titoli sui giornali daranno visibilità. Grazie ai nonni di questo adolescente la strage e’ stata evitata perche’ hanno avvisato la Polizia Federale di comportamenti anomali. Sul suo computer sono stati trovate tecniche molto eloquenti sull’uso delle armi e comportamenti violenti, tra l’altro condivise con alcuni amici.
Quando le carenze educative o occupazionali sembrano chiudere gli spazi
necessari per sognare un futuro meno precario e’ arrivato il momento giusto per
un gesto plateale, forse per affermare la propria individualità.
Non c’è un’unica soluzione ma, vista la gravità, da qualche parte è necessario
iniziare….

E’ nata in America una associazione denominate NoNotoriety.com. che si batte
perche’ le forze dell’ ordine non indichino MAI i nomi dei colpevoli. E, di
conseguenza, evitare che questi nomi vengano poi ripetuti ossessivamente dai
media, sia privati che pubblici. Tale suggerimento non risolverà il problema ma
l’importante è iniziare a fare qualcosa. Inoltre non costa un centesimo ma può
servire a salvare delle giovani vite. Questo suggerimento può valere anche per l’ Italia?

 

Tony Paganoni

 

 

 

 

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