“LUNGA Attesa”…
…per una pace duratura e condivisa da tutte le nazioni del mondo.
E’ una espressione uscita dalla bocca di uno studente liceale al termine di una discussione, partecipata ed alimentata da ricordi ancora vivi, appresi dai racconti a quattr’occhi con i loro nonni e bisnonni. Questi avevano vissuto, in prima persona, gli scontri bellici e sanguinosi avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale sul suolo italiano ed altrove. L’attesa si riferiva e descriveva un mondo, nazioni e popoli, che vive con gli altri e con se stessi, senza l’uso di ordigni distruttivi di esistenze umane, di luoghi abitati e di strutture al servizio della popolazione locale, come ospedali, cliniche, luoghi di ritrovo ecc. Luoghi costruiti per stringersi la mano e non per fare scattare il grilletto di una pistola o di fucili o lanciamissili!
Nonostante la sua giovane età, lo studente liceale lasciava trapelare una constatazione ed una speranza. La constatazione che situazioni conflittuali continuano a proliferare senza sosta; e, di conseguenza, restringono o annullano spazi per sviluppare il gusto di vivere e di sentirsi in pace con gli altri, di poter svolgere le proprie attività e nutrire i sogni che non mancano mai. Ed è appunto nel mondo dei sogni, individuali e collettivi, che si inserisce il sogno e la speranza di convivenze pacifiche, così indispensabili per costruire insieme un mondo dove la pace non rimane una pura chimera!
Oltre a quanto si può ricavare dalla lettura di libri di storia, anche gli avvenimenti contemporanei, e non solo in Ucraina o nella striscia di Gaza, non sono “eccezioni”, ma ricorrenze di un lungo percorso, caratterizzato da incrinature e rotture a non finire. Organizzazioni, come le Nazioni Unite e la Comunità Europea, sono impegnate sul campo perché le armi tacciano e vengano deposte in ripostigli inaccessibili. E’ la speranza che non muore mai e che offre motivi per tenere accesa, come una fiaccola inestinguibile, i vari percorsi inerenti a una “lunga attesa”.
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