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IPOCRISIE COLLATERALI.

La parola “ipocrisie” può sembrare esagerata se utilizzata nel contesto della politica attuale con i suoi rappresentanti nelle varie aggregazioni politiche. Ma, come mi disse uno studente di filosofia, si ascoltano o si leggono dichiarazioni che propongono la pace e la pace a tutti i costi, per poi accorgersi che ad un altro livello le cose non riflettono le affermazioni rassicuranti. Tutt’altro, anzi! Non ci si pensa quel gran a investire somme ingenti per armamenti, molto costosi, senza il minimo riguardo ai sentimenti di vari gruppi impegnati in iniziative che, si spera, possano aprire i varchi necessari per avviarsi verso una pace duratura.

Il divario tra le tante affermazioni e i fatti demolitori non sono prerogative solo di singole nazioni, ma anche di diverse aggregazioni politiche che operano a livello internazionale. Le spese programmate o incorse per la propria sicurezza ed incolumità sono enormi: le stime ufficiali dell’ ONU, preposto a promuovere la collaborazione internazionale, evitando conflitti armati ovunque, sono molte indicative: ”Il mondo aumenta (sottolineatura mia) le spese militari e il pericolo di guerra: 2.443 miliardi di dollari nel 2023. Serve disarmo per salvare persone e pianeta”. Tale somma si avvicina alla somma globale stanziata per lo sviluppo economico delle comunità che faticano a sbarcare il lunario.

Non sembra forse che la produzione di armi sempre più sofisticate sia diventata una delle “nuove (ed infelici!) iniziative del mondo sviluppato”? E’ che in tutto questo fiorire di attività commerciali fra diverse nazioni, con l’Italia che primeggia, non mancano le menzioni della bomba atomica e suoi vari derivati, capaci di infliggere perdite e danni paurosi, difficilmente riparabili, a popolazioni indifese e all’ habitat loro e nostro.

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