Racconti BreviRosinalda Correa da Silva racconti brevi

L’amore è ciò che resta.

Di tutte le storie che ho scritto, questa è forse la più profonda, la più bella e la più dolorosa. Questa è la storia dell’incontro di Bintou con Ikù (la morte).

La giornata inizia in modo diverso nel villaggio della nostra piccola amica, il sole è coperto da una cortina gialla di sabbia, il vento soffia in modo che sembra persino cantate una canzone un po’ triste. Oggi è il giorno per visitare la sua Agba Iàgba (la nonna), che si chiama Iyà Fatou.

Ità Fatou non è solo la nonna di Bintou, è una delle anziane del villaggio, è lei che conduce i rituali di guarigione, i rituali di addio e nascita, e attraverso di lei si cantano i nomi, che parlano le conchiglie (i bùzios). Iyà Fatou è sempre stata, per la nostra piccola amica, un segno di permanenza, serenità e resistenza. Con lei Bintou ha imparato i segreti della foresta di Ossae, i pericoli e la dolcezza del fiume, con lei ha imparato che siamo inizio, mezzo e di nuovo inizio.

Ogni volta che finisce le sue faccende, incontra sua nonna per ascoltare storie e conoscere la sua gente. E quel giorno non era diverso. Igname pestato, casa ordinata,  erbe raccolte e la nostra piccola amica è andata a trovare sua nonna. 

Sua nonna l’ha benedetta e ha sorriso. In quel momento si è resa conto che sua nonna stava raccogliendo il mais. Vedendo questo, ha chiesto che cosa ne avrebbe fatto. Cucinerò una canjica, cara la mia Kerè. Bintou ama la canjica. Si è seduta accanto a sua nonna e ha separato gli scarti del mais. E come al solito ha subito tirato fuori un argomento. Nonna, andiamo nel bosco dopo? No, Kerè, oggi non ci vado, ho già raccolto quello di cui avevo bisogno, oggi è un giorno per stare in raccoglimento.

Bintou, senza capire, ha detto: perché nonna? Iyà Fatou si è alzata, ha preso la mano della bomba e ha detto: stai vedendo quella nuvola che copre il sole? Si, nonna, è sabbia, piove sabbia. No, Kerè, non è solo questo. C’è una visita sulla terra. chi sta visitando la terra, nonna? Ikù, ha risposto la nonna. Bintou ha sentito freddo sulla spina dorsale come se qualcuno le soffiasse al collo un vento gelido e senza vita. Con questo si è attaccata alla nonna. Iyà Fatou ha sorriso e si è tolta le mani dai fianchi, dicendo: perché hai paura Kerè? Non sai che tutto in questa vita torna all’origine? In questa terra tu e tua madre siete sicuri che io non morirò mai. Tua madre sono io, così come sono mia madre e mia nonna. Non c’è fine a questo. Ikù ha un ruolo importante sulla terra, rende possibili nuovi cicli, ma questi cicli non sono mai veramente nuovi, perché sono carichi di quelli che sono venuti prima di noi. Così, quando dico che è il momento di raccogliermi, l’anello intorno al sole mi dice che Ikù è di passaggio chiudendo cicli e iniziandone altri.

Bintou a questo punto stava già piangendo, aveva capito che Ikù sarebbe venuta a prendere la sua nonna. Questa, quando ha notato la tristezza della nipote, l’ha abbracciata con forza e ha detto: non vado da nessuna parte, sarò sempre con te e tua madre nelle canzoni, nei rituali e in ogni altro modo. E non è ancora il mio turno, passerò ancora un po’ di tempo qui. Ma verrà un giorno in cui ti guarderò dall’altro lato.

Così si sono salutate e la nostra piccola amica se n’è andata più tranquilla. 

Quella notte è morte la sorella della nonna., la zia nonna di Bintou, aveva più di cento anni ed era custode di Nanan, Orixà ancestrale della guarigione e dell’argilla. Il rituale di addio è durato sette giorni e Iyà Fatou ha guidato ogni Oriki (preghiera cantata).

Nella tradizione uno dei rituali è quello di dare da mangiare all’antenato: tutti nel villaggio hanno preparato del cibo e l’hanno offerto alla zia di Bintou. Poi hanno mangiato insieme. Ci sono stati sette giorni senza sole, sette giorni con una nuvola rossa che copriva la luce, e anche il vento ha pianto, ha detto la nonna a Bintou. Alla fine dell’ottavo giorno il sole splendeva di nuovo e il vento si è trasformato in brezza, l’intero villaggio si è riunito per ricordare gli insegnamenti della zia nonna. Hanno fatto una grande ruota e hanno messo una sedia al centro e, nel mezzo, le cose della zia nonna. Poi hanno messo intorno il suo cibo preferito e hanno passato la notte a raccontare storie a cui aveva partecipato. La giornata nuova è nata ai suoni delle voci e dei canti. Bintou ha sempre trovato questo rituale molto bello. Perché ha sempre sentito sua nonna dire che è il più grande onore che qualcuno potesse ricevere alla morte era il sentimento sincero di qualcuno. E sua zia nonna aveva un intero villaggio che sentiva il suo passaggio, ma, soprattutto sentiva la sua presenza. Nella tradizione di cui Bintou fa parte, morire è solo un’altra forma di vita. Perché ciò che il cuore ama , la memoria rende eterno e il pensiero si materializza. “Io sono la somma di tutti coloro che sono venuti prima di me”: questa è la frase che la nostra piccola amica sente di più dalle persone più grandi, e questo fa parte della sua filosofia di vita.

Rosinalda Correa da Silva. Antropologa brasiliana.

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