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GUERRE INEVITABILI?!

La guerra: deve essere considerata parte di una gestione continuativa, patrimonio comune del genere umano? O, invece, eccezione dolorosa, intoppo imprevisto nel cammino comune dell’umanità verso il raggiungimento di un regime di tolleranza e di condivisione fraterna fra nazioni confinanti o zone specifiche all’interno di una medesima area geografica?

Le immancabili opinioni diverse sono alimentate dagli sviluppi storici letti sui libri di storia, avvenuti in diverse zone del pianeta, ma anche da una loro interpretazione più o meno condivisibile. E inoltre da affermazioni e prese di posizione espresse di fronte a conflitti recenti scoppiati “altrove (Africa ed Asia) o appena fuori dell’uscio di casa”, come nel caso recente dell’Ucraina.

Le bombe non demoliscono solo appartamenti, scuole, orfanatrofi e via di seguito, ma sono responsabili per la lenta, graduale e incessabile demolizione di ben altro; e, cioè, della speranza umana rivolta a ritenere raggiungibile il traguardo di poter abbracciare e tenersi stretto, almeno mentalmente, il duplice valore della concordia e della convivenza pacifica. In senso opposto, ogni lotta armata è un ulteriore tentativo di dare uno scossone e cioè di mettere in pericolo la nostra convinzione, anche se già traballante, di poter vivere in pace con tutti.

Si potrebbe affermare che le non poche o molte guerre che non sono mai sparite siano uno sforzo maldestro di indebolire un atteggiamento mentale, tuttora vivo, di costruire la pace. Anelito nobile di ogni cuore umano, dovunque viva e si trovi, anche con il fucile sopra la spalla.

                

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