Racconti BreviRosinalda Correa da Silva racconti brevi

Bintou e il suo posto nel mondo.

Buone vacanze, ci aggiorneremo per fine mese

È un’altra giornata di sole nel villaggio di Bintou e oggi è un giorno speciale, inizia la festa del raccolto. La nostra piccola amica ama ogni festa, ma questa ha un sapore speciale. La festa dell’igname nuovo è molto speciale perché in essa la nostra piccola amica trascorre un buon tempo con sua cugina Dara. È in questo momento che si svolge il rituale del ringraziamento alla signora del raccolto, l’essenza femminile, quella che ci dà la vita. In questa festa Bintou e tutti gli Iyabas della comunità vanno in processione al fiume, cantano e ballano per la madre delle acque, poi vanno nella foresta sacra di Ossae e Obaluaie, e lì cantano e lodano la fine di tutte le malattie. Durante questo rituale la bisnonna di Bintou ascolta dai suoi antenati il nome delle rbe da utilizzare per combattere ogni male, ogni malattia, poi le raccolgono e cantano ad ogni foglia risvegliando e ringraziando il loro aiuto nella guarigione. Bintou porta sempre la sacra zucca di Oxum piena d’acqua, mentre dara porta la zucca dei profumi. Dopo aver lavato e cantato per ogni foglia, gli anziani si alternano macerandole, mentre pronunciano parole di ringraziamento e apprezzamento per ognuna delle foglie. Bintou ama molto la sua vita. Ama essere custode della zucca, delle pietre del destino e ama sapere che la sua vita è così buona e ricca. A volte pensa a come sarebbe vivere in altri villaggi. Ma poi si sente sicura perché lì c’è il suo posto, quella è la sua famiglia e lì sarà connessa fino a dopo l’Orum. Ci sono momenti in cui lei e Dara parlano del desiderio di andare in “città” o anche nel villaggio vicino più grande. Il suo si trova a Nhodongo e di tanto in tanto i suoi genitori e gli zii si recano nei villaggi più vicini per scambiare prodotti.

Nel villaggio più vicino vivono persone di altre etnie ma con la stessa filosofia del popolo di Bintou. Lì si scambia l’eccedenza, si rispetta la natura e tutto ciò che vive in essa e si adorano gli Orixas presenti in questa natura e negli uomini, così tutti celebrano la festa del raccolto. È la festa in cui si ringraziano tutti gli dei perché per piantare c’è bisogno di semi e terra, per crescere c’è bisogno di pioggia, vento e cure, per mietere c’è bisogno di molte mani, e mangiare e camminare è più piacevole se lo fai in gruppo. Un gruppo formato dall’amore, da una comune filosofia e dalla convinzione che siamo tutti collegati da un filo d’erba al cielo, al vento, agli alberi, agli animali che mangiano le foglie, le foglie che guariscono i dolori degli uomini. Così, la festa del raccolto, più che il raccolto, celebra la vita, la vita che viene dalla terra, dall’acqua, dal grembo delle donne e dall’energia che ogni elemento menzionato risveglia, e mantiene la vita. Adorare, celebrare questa festa  è stato per lei dire sì alla vita, alle vite e a tutto ciò che era, è e sarà: lei e tutte le altre persone che ne fanno parte. Durante questa festa c’è un tempo in cui gli antenati sono adorati. Viene offerto loro un Sarà, un rituale in cui il cibo viene offerto a coloro che amiamo e crediamo siano collegati non solo a loro, ma a tutti coloro che sono venuti prima di loro. Ogni famiglia cucina qualcosa da offrire ai propri antenati e ci sono i cibi offerti da tutti, l’essenza della loro esistenza. Qui il cibo viene offerto agli Iyami, la grande essenza femminile, e agli Eguns, la grande essenza maschile. In questo rituale lei aiuta in tutto, dal servizio alla danza, ed è un momento di grande gioia. Una volta, mentre tutti ballavano, il cielo si riempì di stelle cadenti che strisciavano nel cielo come se tutte volessero partecipare a questo momento. Bintou e Dara non dimenticarono mai quell’anno, e ce ne fu un altro in cui il vento arrivò danzando con gli Eguns che agitavano i loro vestiti e tutto ciò che li circondava, questa, senza dubbio, è una festa di molte storie, e da essa lei esce ancora più felice e più forte da tutto ciò che crede essere il suo posto nel mondo, nei mondi.

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