Andrea Cantaluppi articoliArticoli

Frontiera nord

Riceviamo dalla frontiera nord immagini che nessuna televisione farà mai vedere. Ci giungono dall’aeroporto di Guadalajara, Messico e mostrano i deportati che dagli USA vengono trasferiti “altrove”. Possibilmente in paesi che creano maggior disagio a chi forzatamente viene rimpatriato non nella sua patria. Sono persone che hanno cercato il “sogno americano”; persone che sono nate negli stessi USA ma che non sono mai state regolarizzate; spesso non conoscono lo spagnolo; non hanno punti di riferimenti; non sono neanche messicani ma di altri paese centro-americani. Sull’aereo vengono ammanettati mani e piedi e in questo modo fanno il viaggio. Hanno una specie di divisa, una copia della Bibbia e forse un sacchetto di carta con un panino. Qui gli scalabriniani fanno accoglienza. Cercano di dare loro punti di riferimenti istituzionali, numeri telefonici di associazioni che assistono i migranti, ambasciate, ecc. Accolgono chi vuole rimanere qualche giorno in attesa che riesca a mettersi in contatto con qualche familiare sia nei paesi centro-americani che negli stessi Usa, anche per far sapere che sono vivi e dove si trovano. Dare accoglienza a chi è profondamente frastornato, che non sa orientarsi, che è possibile preda di ogni organizzazione criminale, è fondamentale per dare concretezza al loro carisma scalabriniano. È un ulteriore impegno su quel territorio di frontiera e dare sicurezza a chi fugge da tutto e da tutti diventa un punto cardinale per ogni solidarietà. Sapete già che gli scalabriniani si muovono ed agiscono con le loro sole forze, aiutati da generosi volontari, e con l’assistenza di qualche ente od istituzione della quale hanno avuto certezza della loro correttezza. Fanno ogni sforzo per aiutare chi ne ha bisogno. Quando stavo con loro chiedevo ai migranti quale futuro pensavano di avere davanti a loro. Pochissimi dicevano che oramai la loro esperienza era stata fallimentare e sarebbero tornati a capo chino dalle loro famiglie, pieni di vergogna per non aver saputo trovare una strada migliore. Ma la maggioranza pensava soltanto a ritentare il “sogno”. Alcuni era già al terzo tentativo, e ci avrebbero sempre riprovato. A casa loro li attendeva soltanto desolazione e disperazione. Non avevano altra scelta che ritentare a rischio della galera se non della vita stessa.

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