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La resistenza delle briciole 2

Seconda parte dell’articolo dalla settimana scorsa:

Ma quella volta una donna e per di più straniera le aveva chiesto il pane.

Ma lui per chi era venuto? Prima per i suoi. Quelli della stessa lingua, quelli della stessa pelle. Era venuto per quelli che credevano nello stesso Dio. Non era questione di escludere era questione di essere coerenti con una idea con un pensiero…

Ma quale idea? Quale pensiero? Da dove era nato quel pensiero? Perché declinava tutti i verbi al maschile?

Non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cani.

Il pane. Durante la guerra c’era il pane bianco e il pane nero. I poveri avevano il pane nero e i ricchi il pane bianco. Don Milani una volta da ragazzo aveva mangiato il pane bianco in una strada di poveri. Non si fa così gli aveva gridato una donna dalla finestra. Non si viene a mangiare il pane dei ricchi sulla porta dei poveri.

Don Milani ripensò spesso a quell’incontro. Forse disse era la Madonna. Sta di fatto che quell’incontro gli aveva rovesciato la prospettiva. Gli aveva permesso di guardare il mondo da una parte che non conosceva. La donna sapeva che i cani stanno sotto la tavola. Non si siedono a pranzare con i padroni. Non sono gli invitati al banchetto. La donna sapeva che la società era divisa rigidamente in spazi incomunicabili. L’alto e il basso. E lui sembrava accettare questa divisione. Che ci sono figli e ci sono cani. Che la società è fatta a strati. E chi è sotto non può pretendere di stare sopra.

Era una questione culturale. Già la cultura si respira. E’ nell’aria. Si beve al mattino come un caffè. Non ci si chiede sempre il perché. E’ il vestito nel quale siamo ritagliati. Le scarpe che mettiamo ai piedi. La cultura è l’acqua in cui siamo immersi come pesci.

La donna conosce il movimento della vita. Che la cultura è movimento e non muro. Che cultura è il lievito che cresce il fiore che sboccia l’uccello che vola.

Si è vero Signore.

I figli sono i figli. E hanno bisogno del pane per vivere. E’ vero Signore i figli sono i figli e non li puoi far morire. Tu parli di figli a me? E la mia sta per morire. Di fame. Perché non ha pane.

Ma se la tua religione divide i figli dai cani. Io accetto di essere cane. Accetto di stare sotto la tavola. E ti dico che i padroni non fanno morire nemmeno i loro cani. Per questo fanno cadere le briciole.

Perché anche le briciole sono pane. E ci salvano dalla morte.

E lui all’improvviso si trova là sotto. Dove stanno quelli che non possono pretendere il pane. Lui scivola sotto la tavola delle cose sapute. Si lascia condurre là sotto nell’inferno dei senza pane. Da là le cose si vedono diverse.

Tu non sai quanto immensa sia una briciola di pane che una formica porta come una trave sulle spalle. E la trascina come il bene più prezioso. E non la perderebbe per nulla al mondo.

E io mi sono fatta cane perché tu potessi farti pane.

Gesù accetta di scendere negli inferi dei senza diritti. Ora li guarda: la donna emoroissa a cui hanno succhiato tutti i quattrini in cambio di promesse, la peccatrice trascinata per i capelli sulla piazza. Questa donna deve essere lapidata. E’ stata trovata in fragrante adulterio. Quella donna gettata in terra, dimezzata, lasciata come un cane randagio sulla strada. Li guarda Gesù dal basso, quegli uomini che l’accusano e che sembrano così giganti nella loro mediocrità. Ora li riconosce: sono gli stessi seduti al banchetto per soli maschi. Sono gli uomini del potere. I capi della religione. Gli uomini d’affari. Quelli della politica di prima di noi e dopo gli altri. Specializzati nella costruzione di muri.

Vede il lebbroso che vive con i maiali nelle grotte. Il malato che se gli è successo così dovrà aver fatto qualcosa confabulano i maschi che gli stanno intorno nel banchetto. Ci sono tutti quelli che non contano là sotto. I puri di cuore, i miti, i poveri in spirito, i costruttori di pace…i perseguitati per la giustizia.

Ci sono là sotto le donne. E i bambini mangiano le briciole di pane e giocano.

Li sotto ci sono i due ladri che avrà vicino nell’ultimo istante sulla croce. Il cattivo e il buono.

E li Gesù decide di restare. Questa donna cane l’ha iniziato, gli ha rivelato i segreti del grembo, gli ha insegnato come si riconoscono i figli, come le viscere si muovono come onde quando sentono la loro voce. E lui dal fondo della terra capisce finalmente perché è venuto. Che cosa ci sta a fare nel mondo. Perché aveva dovuto fare un triplo salto mortale dal cielo per arrivare fin quaggiù…

 

Marco Campedelli, prete, artista a Verona.

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