Pablo NerudaPoesie

Ode alla chiarezza

Parole e immagini
Parole e immagini

La tempesta ha lasciato
sull’erba
fili di pino, aghi,
e il sole sulla coda del vento.
Un azzurro diretto
riempie il mondo.

Oh giorno pieno,
oh frutto
dello spazio,
il mio corpo è una coppa
in cui la luce e l’aria
cadono come cascate.
Tocco
l’acqua marina.
Sapore
di fuoco verde,
di bacio amaro e ampio
hanno le nuove onde
di questo giorno.
Tessono le loro trame d’oro
le cicale
sull’altura sonora.
La bocca della vita
bacia la mia bocca.
Vivo,
amo
e sono amato.
Ricevo
nel mio essere quanto esiste.
Sono seduto
su una pietra:
in essa
suonano
le acque e le sillabe
della selva,
la cupa chiarezza
della sorgente viene
a visitarmi.
Tocco
Il tocco del cedro
le cui rughe mi parlano
del tempo e della terra.
Cammino
E vado con i fiumi
cantando
con i fiumi,
ampio, fresco e aereo
in questo nuovo giorno
e lo ricevo,
lo sento
entrare
nel mio petto, guardare con i miei occhi.

Io sono,
io sono il giorno,
sono
la luce.
Per questo
Ho
doveri di mattina,
lavori di mezzogiorno.
Devo
andare
con il vento e la pioggia,
aprire finestre,
abbattere porte,
sfondare muri,
illuminare angoli.

Non posso
restare seduto.
A presto.
Domani
ci vedremo.
Oggi ho molte
battaglie da vincere.
Oggi ho molte ombre
da colpire e da finire.
Oggi non posso
stare con te, devo
compiere il mio dovere
di luce:
andare e venire per le strade,
le case e gli uomini
a distruggere
l’oscurità. Io devo
moltiplicarmi
fin quando tutto sarà giorno,
fin quando tutto sarà chiarezza
e allegria sulla terra.

Pablo Neruda

Oda a la claridad

La tempesta dejò
sobre la hierba
hilos de pino, agujas,
y el sol en la cola del viento.
Un azul dirigido
llena el mundo.

Oh dìa pleno,
oh fruto
del espacio,
mi cuerpo es una copa
en que la luz y el aire
caen como cascadas.
Toco
el agua marina.
Sabor
de fuego verde,
de beso ancho y amargo
tienes las nuevas olas
de este dìa.
Tejen su trama de oro
las cigarras
en la altura sonora.
La boca de la vida
besa mi boca.
Vivo,
amo
y soy amado.
Recibo
en mi ser cuanto existe.
Estoy sentado
en una piedra:
en ella
tocan
las aguas y las sìlabas
de la selva,
la claridad sombrìa
del manantial que llega
a visitarme.
Toco
el tronco de cedro
cuyas arrugas me hablan
del tiempo y de la tierra.
Marcho
y voy con los rìos
cantando
con los rìos,
ancho, fresco y aéreo
en este nuevo dìa,
y lo recibo,
siento
como
entra en mi pecho, mira con mis ojos.

Yo soy,
yo soy el dìa,
soy
la luz.
Por eso
tengo
deberes de manana,
trabajos de mediodìa.
Debo
andar
con el viento y el agua,
abrir ventanas,
echar abajo puertas,
romper muros,
iluminar rincones.

No puedo
quedarme sentado.
Hasta luego.
Manana
nos veremos.
Hoy tengo muchas
batallas que vencer.
Hoy tengo muchas sombras
que herir y terminar.
Hoy no puedo
estar contigo, debo
cumplir mi obligaciòn
de luz:
ir y venir por las calles,
las casas y los hombres
destruyendo
la oscuridad. Yo debo
repartirme
hasta que todo sea dìa,
hasta que todo sea claridad
y alegrìa en la tierra.

(234)

Loading