Il guscio della tartaruga

Nel tempo dei tempi la tartaruga, dice una leggenda della Papuasia, non aveva il guscio sul dorso. Un giorno un canguro la invitò a banchettare nel giardino del Becco-di-corno. Costui, il Bùcero, è un grosso uccello che ha un pezzo di corno sul becco. Era il re degli uccelli perché aveva una forza straordinaria.

Il canguro si mise a cogliere le banane dagli alberi e a strappare le canne da zucchero, e le servì alla sua amica tartaruga. Ma sopraggiunsero gli uccelli, che tentarono di scacciarli dal giardino del Re. Il canguro si arrampicò sulla siepe di cinta e scappò, ma la tartaruga non ci riuscì e si nascose sotto un mucchio di radici. Gli uccelli non tardarono a scovarla, la legarono e la trassero alla presenza del Re. – Ah, perfida tartaruga! – le gridò Becco-di-corno. – Finalmente ti ho colta! Eri tu che, insieme alla tua famiglia, rubavi le mie banane e le mie canne da zucchero! Mi hai rovinato tutto il giardino e ora devi morire!

Il giorno seguente mandò gli uccelli in cerca di frutti per celebrare l’esecuzione capitale della tartaruga con un gran banchetto. Soltanto gli uccellini più piccoli rimasero a guardia della prigioniera. – Cari uccelletti, – disse loro la tartaruga con affabilità, – vogliamo giocare un po’ insieme? – Volentieri ! – risposero quelli. – Tagliate le corde che mi legano, – pregò la tartaruga gentilmente, –  altrimenti non posso muovermi…

Gli uccellini non seppero resistere alla preghiera e tagliarono i legacci. – E ora giochiamo !- esclamò la tartaruga, – Io sarò il Re e voi sarete i miei sudditi! Andate a prendere i gioielli di vostro padre e adornatemi. I piccoli ubbidirono e cinsero il collo rugoso della tartaruga con una lunga collana di scaglie del sovrano, attorcigliandogliela intorno molte volte. Poi le infilarono un braccialetto di scaglie a ciascuna delle quattro zampe e sul dorso le misero il bacile còrneo che conteneva i gioielli reali. – Ecco ! Ora sembro proprio un re !- esclamò la tartaruga. – Fatemi ala, che voglio passeggiare un poco su e giù !

Gli uccellini fecero ala al suo passaggio e lei si mise a pavoneggiarsi innanzi e indietro. Ma aveva cura di avvicinarsi sempre di più a un ruscello che scorreva poco lontano. E quando sentì nel cielo il frullo d’ali del Re e degli altri uccelli che tornavano, si mise a correre più presto che poté ed entrò nell’acqua, scomparendo. – La tartaruga è scappata ! – gridarono i piccolini disperati. Il re Becco-di-corno e gli altri uccelli si precipitarono, ma ormai la tartaruga era sparita sott’acqua e si allontanava a nuoto: nuotando perdette la collana e i braccialetti, ma la bacinella le rimase.

E da quel giorno lei porta sul dorso un guscio còrneo.

(fiaba popolare della Papuasia)

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