ArticoliTiziana Bonora.

Storie, libri e libertà

Che potenza le storie!

Quando incontro la storia di persone con i loro passi, i loro suoni, i loro limiti, sogni e paure, ecco che incontro la vita, me stessa, il cielo.

“Tutti abbiamo una biografia, e anche una matita”, affermava Maria Schneider.

Avete mai pensato a scrivere la vostra storia? Da dove partireste?

Ripercorrere la nostra storia può aiutarci a ritrovare il filo conduttore della nostra vita, ricaricarla di senso, valore, nuovi significati: può aiutarci a scoprire i nostri punti di forza, per sapere dove incanalare le energie migliori, fare del bene, scoprire il bene che ci appartiene, e allo stesso tempo a prendere coscienza dei nostri limiti.

Infatti, anche se non è noto a molti, l’iscrizione sul frontone del Tempio di Apollo a Delphi riporta, in aggiunta alla celebre frase “Conosci te stesso”, “Nulla di troppo”, che esorta l’umanità al limpido riconoscimento della propria condizione e limitatezza. Scolpito sulla pietra resiste ai secoli, è attribuito al dio stesso o a vari sapienti dell’antichità e si ripete talvolta come invito a evitare le esagerazioni e raccomandare la moderazione, necessaria in ogni cosa, essenziale prima di procedere nella via del sapere e quindi della virtù.

Raccontare il nostro vissuto può aiutare a riconciliarci con il nostro passato o con persone che abbiamo escluso dalla nostra vita, attraverso la pratica del perdono, donandoci la possibilità di diventare liberi.

Se conosciamo la nostra storia non posiamo non amarci, commuoverci.

Nello scritto è importante raccontare la realtà, una realtà che però contempli i sogni, che talvolta sanno essere cosi reali da tenerci svegli tutta una vita – e forse anche di più.

Ancora, indagare noi stessi, può aiutarci a comprendere il mondo e le persone intorno a noi, che a loro volta sono gli strumenti più preziosi attraverso cui possiamo conoscersi meglio e più a fondo.

Attraverso gli altri possiamo prendere consapevolezza del nostro Daimon, ossia la nostra specificità, la nostra caratteristica fondamentale, il nostro carisma e quindi il nostro valore.

Ecco che ogni vita diventa un piccolo grande miracolo: un albero, simbolo della vita per eccellenza, che va nutrito nel tempo e che ha bisogno di spazio e di luce. Proprio gli alberi ci insegnano che lo spazio è essenziale, che il tempo è una necessità e che il loro restare nella bellezza a prescindere dal vento, dalla pioggia come dal sole, c’è il senso della vita, ESSERE.

Per sostenere rami forti, protesi e danzanti in armonia verso il cielo, c’è bisogno di radici importanti. Una base che allora va indagata, preservata, narrata, difesa.

La nostra storia sono dunque le nostre radici, i ricordi, le esperienze: più essi sono forti, più possiamo azzardare a fare progetti per il futuro.

Perché allora non partire da qui? Possiamo cercare una matita e iniziare a raccontarci, magari anche attraverso un progetto più grande: scrivere un libro?

Proprio ora mi sono imbattuta in questa parola, libro, che ho scoperto derivare dal termine latino liber e dal suo accusativo librum, che originariamente indicava proprio la parte interna della corteccia dell’albero su cui i nostri antenati solevano scrivere. E allora mi viene da pensare che il nostro libro sia già dentro di noi, inciso.

Scrivere la nostra storia è forse il modo più semplice per non dimenticarci di chi siamo, da dove veniamo, chi abbiamo incontrato, accolto e chi e cosa ancora non conosciamo ma già, senza saperlo, siamo.

Tiziana Bonora è “ sana ribelle”.

(51)

Loading