Fiabe

Il regalo del vento tramontano

Geppo era un contadino che curava il terreno d’un priore in una zona dove il vento tramontano soffiava gelido, distruggendo i campi e le messi. A Geppo, quindi, finiva sempre per mancare il necessario per vivere. Finché un giorno si ribellò. – vado a cercare questo vento che mi rovina – disse, e si allontanò verso le montagne. Giunse a Castel Ginevrino e bussò alla porta. Da una finestra la moglie del vento chiese: – Chi siete? 

Sono Geppo. Dov’è il vento tramontano? – A scuotere i faggi. Entrate ad aspettarlo. Quando tornò il vento, Geppo disse: Sono Geppo. – Che vuoi? – chiese il vento. – Muoio di fame per colpa tua. Distruggi i miei campi ogni anno. Ai miei figli che darò per farli crescere? – Non posso cambiar mestiere. Che ci posso fare? – Aiutami! Il vento ci pensò un attimo e poiché il suo respiro era freddo, ma il suo cuore no, disse: – Prendi questa scatola, e ogni volta che avrai bisogno di magiare, chiedi ciò che desideri e sarai soddisfatto. Però non cederla a nessuno, altrimenti torni come prima, a pancia vuota. Geppo ringraziò e se ne andò poco convinto. Camminando verso casa gli venne appetito e una certa arsura. Allora aprì la scatola e provò ad ordinare: – vorrei pane, prosciutto e vino. Ed ecco che dalla scatola uscirono pane fresco, vino d’annata e prosciutto stagionato. Geppo vece merenda e proseguì. La moglie e i figli stavano ad aspettarlo pieni di curiosità e di speranza. Geppo mostrò loro la scatola, dono del vento tramontano, e comandò un bel pranzo. Mangiarono tutti a sazietà e alla fine Geppo raccomandò alla moglie di non raccontare al priore della scatola magica, perché di sicuro l’avrebbe voluta per se. La donna si stupì di quella preoccupazione: lei era così riservata! Il priore, che già sapeva dove era stato Geppo, domandò alla moglie: – E’ andata bene? Ah, sì! Sono contento! Che gli ha dato il vento tramontano? – e così chiacchierando in tono amichevole venne a sapere della scatola segreta. Geppo fu subito chiamato: – Fammi vedere la scatola e i suoi poteri! – disse il priore. Geppo fu costretto ad ubbidire. – Geppo, questa scatola è troppo preziosa per un poveraccio come te. Dammela! – E io come campo? Non ho raccolto niente quest’anno. – Hai ragione, caro geppo. Ti darò in cambio il grano che ti serve e pure il vino. Geppo si fidò, ma poi il priore gli diede in cambio solo qualche sacco di granaglie di scarto. E quindi tutta la famiglia era di nuovo alla fame. Geppo rimproverò sua moglie e dopo molte incertezze decise di ripresentarsi al vento tramontano. Andò al castello e bussò alla porta. Questa volta si affacciò alla finestra il vento in persona: – Che vuoi, Geppo? – Il priore m’ha preso la scatola che mi avevi regalato. Io non ho più di che nutrire i mei figli. – Io ti avevo avvertito di non darla a nessuno. Basta così, non avrai altri regali! – Abbi pietà. Aiutami un’altra volta! Il vento si commosse per la seconda volta e gli consegnò una scatola d’oro: – Devi aprirla solo quando non ce la farai più dalla fame, altrimenti non funziona. Geppo diede tanti ringraziamenti e poi di corsa verso casa. Nel bosco lo prese una fame da lupo. Aprì la scatola e ordinò da mangiare. Ma dalla scatola uscì fuori un uomo con un bastone, che cominciò a suonargliele di santa ragione. A mala pena riuscì a chiudere la scatola con le ultime forze e quello finalmente scomparve. A casa moglie e figli lo circondarono chiedendogli come era andata.

 Meglio dell’altra volta, – disse –ho ricevuto una scatola più bella!  Si sedettero a tavola e Geppo aprì la scatola. Ne uscirono due uomini con il bastone e picchiarono moglie e figli con enorme vigore. Non smisero fino a quando Geppo chiuse la scatola. – Corri dal priore – disse alla moglie e spiffera che abbiamo una scatola d’oro questa volta. La moglie fu subito ricevuta e interrogata dal priore con le solite domande: – E’ andata bene? Che ha ricevuto Geppo? – Signor priore, disse la donna, – una scatola ancora più preziosa: è tutta d’oro ed escono pietanze adatte ad una tavola di re. Il priore chiamò Geppo senza perdere tempo. – Mio caro Geppo, ho saputo che sei tornato con una nuova meraviglia. Mi congratulo. Posso vederla? – Come no, signor priore, però questa non posso proprio dargliela! – Non ti preoccupare, fammela vedere. Geppo gliela vece brillare sotto il naso. Il priore se la mangiava con gli occhi. – Che se ne fa un contadino con una scatola come questa? Geppo, non t’offendere, ma è meglio che la dai a me. Io ti renderò l’altra e anche qualcosa in sovrappiù. – Va bene priore mi basta avere indietro quell’altra. – Siamo d’accordo! – Stia attento però, che va aperta solo se si ha un grande appetito! – Perfetto! Domani ho parecchi ospiti importanti. Li terrò digiuni fino a mezzogiorno e poi con la scatola chissà che bel pranzo! La mattina, gli ospiti, dopo le preghiere, cominciarono a smaniare perché non vedevano trafficare per il pranzo: – il priore ci tiene in penitenza. Non si vede ombra di pranzo! Ma alcuni già sapevano della scatola miracolosa: – ci aspetta un banchetto regale! Il priore a mezzogiorno li fece accomodare intorno al tavolo vuoto. Al centro c’era solo la scatola. Quando l’aprì sei giganti armati di bastone furono lì e caricarono di botte i preti. Al priore cadde di mano la scatola aperta e sarebbero morti di bastonate se Geppo non fosse venuto a salvarli, chiudendo la scatola. I preti con le ossa rotte preferirono rimanere digiuni fino al giorno dopo. Geppo si riprese tutte e due le scatole e la sua vita da allora fu assai comoda.

( fiaba popolare toscana )

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