ArticoliTony Paganoni articoli

QUANTI FRAMMENTI NELLO SPAZIO?

Non voglio nascondere la mia sorpresa o, comunque sia, anche ignoranza. Sono infatti rimasto sorpreso e preoccupato da questa rivelazione: lo spazio che circonda il pianeta terra è sempre più abitato, sarebbe più preciso dire imbrattato, da frammenti, abbandonati impunemente da diverse agenzie di esplorazione spaziale. E’ recente la notizia che la Russia ha colpito e distrutto con un missile un satellite artificiale. I frammenti generati dove son finiti? Sia gli Americani che i Cinesi hanno manifestato il loro disappunto, per la semplice ragione che tale vittima, il satellite distrutto, lascia un numero elevato di frammenti che si aggiungono al numero, ritenuto già consistente, di cocci, già esistenti e svolazzanti in orbite intorno alla terra.

Non è difficile condividere la preoccupazione di chi invia navicelle spaziali, relativamente alla loro sicurezza e alla programmazione dei movimenti intorno al nostro pianeta, in un contesto già abitato da tanti detriti, abbandonati a se stessi, con nessuna restrizione di movimento. Sono appunto questi detriti che rendono il traffico spaziale piuttosto rischioso. 

E’ inutile ricorrere ad una “scopa onniveggente e intraprendente”, sia perché la sporcizia (scarti e polveri) è sospesa in uno spazio fluido, senza confini limitati e quindi per nulla paragonabile a una qualsiasi pavimentazione; e sia perché, alla fin fine dei conti, chi si assume la responsabilità di pattugliare un simile territorio?

In questo momento storico si ripete e a ragione, con sempre maggiore urgenza e convinzione, che occorre ridurre o, meglio ancora, evitare l’uso di sistemi privati e pubblici, come nel campo della produzione industriale che inquinano e affumicano l’atmosfera. Molti capiscono che questa è un’ora decisiva per la salvaguardia soprattutto dei polmoni di madre terra, come del nostro sistema respiratorio individuale.

Quindi, per evitare un lento soffocamento di forme di vita, quali, per esempio la vegetazione sulla superficie terrestre, si impone il compito di non trasformare in spazzatura un ambiente che, per noi e soprattutto (lo si continua a ripetere) per le generazioni future, rappresenta un impegno considerato “prioritario ed inderogabile” nel senso più pieno delle parole. Tale impegno comincia ad essere messo in pratica e seguito  da tutti i governi delle nazioni progredite o in via di sviluppo e viene sostenuto dall’azione di una miriade di organizzazioni  private, impegnat nel conseguimento di fini umanitari, sia che agiscano per scopi di lucro o sia che appartengano al volontariato. I numerosi corpi che ruotano intorno al nostro pianeta ci impongono con sempre maggiore urgenza di salvaguardare non solo la terra, ma anche lo spazio che la circonda.

(27)

Loading