Uno sguardo retrogrado
Fin dai primi mesi del 2020, l’attenzione pubblica internazionale si scopre attonita e
confusa a causa della crescita e della diffusione dei contagi dovuti di un nuovo virus
chiamato Corona Virus o Covid 19. Tutti si sono impegnati a contrastare e controllare questa nuova minaccia al genere umano. Ogni paese ha subito periodi di preoccupazione seguiti da periodi di sollievo, euforia nei momenti favorevoli, con trionfalismi sbandierati ai quattro venti, costernazione al risorgere dell’epidemia, spesso mal dissimulata, che hanno caratterizzato una cacofonia di voci pro e contro ogni tipo di provvedimento…..”l’un contro l’altro armato” scienziati e pseudo-scienziati si sono lanciati in dichiarazioni, magari negate il giorno successivo, che non hanno fatto altro che creare confusione nella popolazione creando forme di negazionismo e sacche di rivolta all’uno o all’altro provvedimento.
Nel frattempo l’attenzione agli irrefrenabili movimenti migratori , che era andata
crescendo negli anni precedenti, si è affievolita anche se non ha subito un deciso calo.
La pandemia non ha affatto rallentato i flussi migratori: le Nazioni Unite parlano di
una loro lieve crescita nel 2020, 80 milioni con un leggero aumento sull’anno
precedente: 79.5 milioni. Nonostante il peggioramento delle politiche restrittive di
tanti governi e le condizioni penalizzanti, inerenti a spostamenti geografici in
territori a rischio inclusi quelli per mare, i flussi non sono diminuiti. Contrariamente
alle previsioni formulate in precedenza la pandemia non ha agito come deterrente,
non ha bloccato i movimenti migratori.
E non è solo la zona mediterranea con la Grecia, la Turchia, l’Italia e la Spagna alle
prese con imbarcazioni provenienti dalle coste dirimpettaie del mare Adriatico. La
paura di una mal vista invasione è stata esacerbata dai pericoli di contagi anche se il
continente africano, almeno nel primo periodo, non era caduto sotto la morsa del
virus come molte nazioni in Europa.
La comunità europea non ha dato prova di buona memoria dimenticando alcune
raccomandazioni adottate da tutte le nazioni dell’UE (convenzione di Ginevra sul
diritto umanitario internazionale).
Negli Stati Uniti, l’amministrazione del Presidente Trump, oltre ai controlli militari
lungo il confine con il Messico, si è resa responsabile dell’espulsione forzata di
315.000 latinos (cifre ufficiali), che include un numero imprecisato di minorenni, soli
ed abbandonati.
Nel Bangladesh i 900.000 Rohingya, in seguito al diffondersi dei contagi, hanno
subito rigidi assembramenti nei loro accampamenti di fortuna. Circa duemila hanno
subito un’ulteriore spostamento su un isola e lì abbandonati. Un’isola, completamente
disabitata perchè soggetta a forti inondazioni durante la stagione dei tifoni!
In America Latina, i governi confinanti con il Venezuela non hanno visto di buon
occhio i numerosi sfollati, tanto da indurre un numero considerevole di essi a
rientrare in patria, in un momento di profonda crisi economica e politica.
In Iran, il coprifuoco imposto dagli USA ha avuto come effetto anche il rientro di
centinaia di migliaia di lavoratori stagionali provenienti dall’Afghanistan.
La regione del Tigray in Etiopia rimane un focolaio di scontri armati fra fazioni
diverse, tali da convincere molte delle popolazioni del luogo a cercare rifugio o nel
Sudan, stato in forte crisi, o altrove, magari scegliendo di avventurarsi verso la rotta
balcanica, mediterranea o atlantica (Isole Canarie).
Ci muoviamo in un mondo lacerato da continui scontri armati: da un girovagare
sempre più numeroso di masse di giovani che sono alla ricerca di un ubi consistam,
dalla reticenza della Comunità Europea e degli Stati Uniti ad assumersi responsabilità
consequenziali ai profondi squilibri economici, derivanti da un periodo di
colonizzazione selvaggia.
Tom Burgis, un giornalista britannico, ha documentato in “La macchina del
saccheggio ” i danni enormi provocati dai comportamenti seguiti dalle nazioni
cosiddette colonizzatrici. Riferendosi al continente africano, si chiede: “ Come è
possibile che il continente più ricco sia anche il più povero?”
Meditiamo gente….meditiamo….
Tony Paganoni, scalabriniano
(43)