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SCHIAVITU’ di IERI e OGGI.

La Storia non ha dimenticato mai di ricordarci, tramandando testi ed iconografie, la realtà schiavista che da sempre ha costellato il cammino dell’umanità; i resoconti di varie epoche riportano con dovizia di particolari lo stato e la triste vita di popoli oppressi e schiavizzati. Gli stessi testi scolastici di oggi ne parlano purtroppo con molta superficialità. Vi si descrive il trattamento usato (soprattutto dalle autorità coloniali del tempo Inghilterra, Francia, Olanda…) durante le numerose razzie su popolazioni inermi della costa atlantica dell’Africa, e non solo.
Giovani, sia maschi che femmine, legati e incolonnati, costretti in spazi angusti riversi gli uni sugli altri su piroscafi fatiscenti condannati a vivere lontano dai luoghi conosciuti e dai loro retaggi per vivere un vero e proprio incubo nel Nuovo Continente chiamato America. Il loro destino: lavoro duro nei campi
senza soluzione di continuità per ogni giorno della loro vita, poco cibo e alloggi fatiscenti, sottoposti alle vessazioni di cinici e malvagi vigilantes con diritto di vita e di morte su quegli esseri umani che da forti e fieri diventavano ogni giorno di più “larve umane”, comprati e venduti come merce qualsiasi.

Cosa abbiamo imparato da questa lezione? La Storia e l’Uomo hanno condannato in varie epoche e a più riprese queste situazioni incresciose, alimentate da un certo tipo di colonizzazione, ma è servito a qualcosa?….Sono forse diminuite o addirittura scomparse?
Attualmente fonti esperte (ONU, ILO, Walk Free Foundation) stimano che, nel 2019, 45 milioni di persone siano imprigionate in qualche forma di schiavitù, il triplo rispetto a tutto il periodo della tratta transatlantica( 14 milioni). Ma al contrario di quanto succedeva con gli schiavi africani, nella stragrande maggioranza maschi, ora prevale il mondo femminile, ragazze e bambine incluse (in Europa sono notevoli i flussi dalla zona subsahariana). Questo iniquo traffico è ora perlopiù caduto nelle mani di organizzazioni criminali che accumulano, secondo il Washington Post, guadagni finanziari favolosi: a livello mondiale centinaia di miliardi di euro.
Secondo un esperto di schiavitù, Siddharth Kara, i trafficanti di oggi guadagnano trenta volte di più rispetto a quanto avrebbero fatto i loro omologhi in passato. Parlando di diritti umani negati, Kate Hodal, giornalista con “The Guardian” (Inghilterra), senza esitazioni dichiarava: “Le schiave e gli schiavi puliscono le case e gli appartamenti, producono i vestiti che indossiamo, raccolgono la frutta e la verdura che mangiamo, dragano i mari per pescare i gamberi che finiscono sui nostri piatti, scavano per estrarre i minerali, i prodotti per il make-up e le auto elettriche e lavorano nel settore edilizio per costruire le infrastrutture necessarie ai Mondiali di Calcio che si giocheranno nel 2022 a Qatar”. La stessa giornalista ribadisce: “ci sono 40 milioni di persone ridotte in schiavitù nel mondo”.

Sorge spontanea la domanda: perché così tanti schiavi oggi!? Nonostante si
preferisca sostituire il termine “schiavitù” con “tratta di esseri umani”, non
esiste una gran differenza in termini reali.
Resiste in molte nazioni del mondo nonostante sia stata dichiarata illegale. Nel
2018, piu’ di 170 paesi si sono impegnati pubblicamente a sradicarla, solo 122 di
questi hanno criminalizzato la tratta di esseri umani con il protocollo delle
Nazioni Unite e solo 38 hanno criminalizzato i matrimoni forzati. Nonostante il
dilagare del fenomeno, il numero di condanne sono recentemente diminuite,
anche perché le autorità civili faticano a formalizzare le accuse in base alle
nuove leggi.
Segnali molto deboli di fronte al dilagare continuo del fenomeno della tratta di
esseri umani. Anti-slavery international afferma categoricamente che la
schiavitù è diventata globale e prospera in luoghi dove la legalità è debole e la
corruzione non viene sanzionata, se non con processi giudiziari affrettati e
inconcludenti. In assenza di una forte volontà politica e di una presa di posizione
veramente globale la schiavitù avrà mai fine?

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