ArticoliHelder Camara

IO, DIO

In Brasile il 60% dei bambini vivono in povertà
In Brasile il 60% dei bambini vivono in povertà

In Brasile abusano del mio nome. Strano che un paese così cristiano, un tempo noto come Terra di Santa Croce, molti sembrano ignorare il decalogo che ho insegnato a Mosè, in cui il secondo comandamento è “Non nominare invano” il mio Santo Nome.
Ci sono politici che non fanno altro. Mi chiamano senza il minimo scrupolo e con nessun pretesto. Anche alle Nazioni Unite, un’istituzione laica e plurale, il mio nome è stato citato alla conclusione di un discorso presidenziale, pieno di menzogne e di odio e discriminazione.
Confesso di sentirmi a disagio da quando mi hanno usato come slogan nella campagna elettorale: “Il Brasile soprattutto, Dio sopra tutti”.
Bene, il Brasile non è un disco volante che pende soprattutto.
Il Brasile è tutta questa gente che occupa questo vasto e ricco territorio.
Queste persone disoccupate e sofferenti che sono oggetto di operazioni di polizia che sparano a caso e hanno ucciso bambini come Agatha Felix, che ora gioca con gli angeli in cielo.
Quei ricchi che, negli ultimi sette anni, hanno avuto un aumento delle entrate dell’8,5% e i poveri che, nello stesso periodo, hanno perso il 14% delle entrate.
E io, è bene sottolineare, non sto sopra di tutti.
Sto in mezzo a voi, popolo brasiliano, e dentro ogni cosa: nell’albero abbattuto dalla moto sega in Amazzonia; nell’acqua del fiume avvelenata dal mercurio dei minatori; nel cuore dei tifosi che affollano gli stadi di calcio; e anche nei poliziotti a cui i banditi hanno teso un’imboscata.
Niente in questo universo prescinde dalla mia presenza amorevole.
E per l’amor di D… o meglio, per favore ( dato che non voglio sembrare presuntuoso), non confondiamo ciò che dico con il panteismo. Il panteista crede che tutto sia Dio. Sì, appoggio i Panteisti, che giustamente credono che io sia presente in tutto ciò che ho creato. Devo sottolineare, tuttavia, che non ho creato la disuguaglianza sociale, la devastazione ambientale, la misoginia, l’omofobia, il pregiudizio etnico e così via.
Tutti questi mostri non sono il risultato della mia divina volontà. Sono frutti amari dell’ingiustizia umana.
Per favore, non attribuitemi i mali e i crimini che causate. Ho dato la libertà perché sono essenzialmente un Essere amorevole. E la libertà c’è solo dove regna l’amore. Se avessi creato tutte le persone come automi programmati per fare sempre del bene, io mi sarei negato. Sarebbe il mondo di un tiranno, non di un Dio il cui unico sinonimo è Amore.
Come essere amorevole, avrebbe potuto solo crearli con il libero arbitrio. Così liberi che possono persino voltarmi le spalle o negare la mia esistenza.
Eppure non smetterò mai di amarli.
Come ben diceva il Papa Giovanni Paolo I, sono più Madre che Padre.
Prego coloro che mi sono fedeli di non ammettere che nominino invano il mio Santo Nome. Denuncino e combattano coloro che mi nominano per sfruttare i poveri, quelli che predicano che Gesù è la via ma insistono per far pagare il pedaggio… Rifiutino coloro che ostentano il Mio Nome per espandere i loro affari, imporre leggi ingiuste e opprimere il popolo. Fate quello che ha fatto mio figlio. Non si è alleato con i farisei ipocriti. Non lusingava i ricchi, ma li congedava a mani vuote.
E ha dato la vita in modo che ”tutti possano avere vita e vita in abbondanza”, come ha scritto Giovanni nel Vangelo.
Detto questo, ritorno alla mia comunione trinitaria.
E, ribadisco, sono presente in tutte le cose create.
Vi basti avere un cuore per amare, le mani per condividere, le gambe per proseguire il cammino della speranza e gli occhi per vedere la luce anche dove sembra regnare l’oscurità.

“Mi sento male nell’uscire per strada portando il Pane dell’Eucarestia depositato in un ostensorio dorato, sapendo che allo stesso tempo il Corpo di Cristo è ignorato e maltrattato nelle persone povere che giacciono sui marciapiedi, nei bambini di strada…”

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