ArticoliGiancarla Codrignani

Il senso dello stato

No all'aridità dell'egoismo
No all’aridità dell’egoismo

Mi era stato chiesto da un Liceo di ragionare sulla Costituzione in un corso extracurriculare: un pacchetto di giornate, per esaurire tutte le tematiche. Il limite di sopportazione di chi ascolta una voce sola per ore mi indusse a chiedere aiuto a qualche amico, tra cui uno, docente di Diritto Amministrativo, ch fece una lezione che vorrei riprodotta e ripetuta in televisione ad edificazione del popolo sovrano e da sempre “privo del senso dello stato”. Infatti, entrato in classe, il prof. esordì dicendo:” Dunque, ragazzi, siamo qui per incontrare lo Stato: è la prima cosa che incontrate ogni giorno alzandovi per venire a scuola…”.

Stupore generale: incontrare lo Stato? Ma quando mai…”Ma si pensateci: quando si incontra lo Stato?”. Perplessità, uno tenta “Mah, la scuola?”. “Ma no, lo Stato l’hai ben incontrato prima, pensaci”. Anche penandoci, non arriva nessuna idea…”Che cosa fate quando vi svegliate?”. Oddio, nessuno sa più che cosa fa quando si sveglia, passa un paio di minuti: ”Quando apri gli occhi è tutto buio…”. “Accendo la luce?”. “La luce…è lo Stato! Poi ti lavi: l’acqua! è lo Stato”. Finalmente la gente ha capito e arrivano “i trasporti, la scuola, gli ospedali, i tribunali… Allora il prof. “Tutto bene: ma chi paga?”. La risposta fu corale: tutti a dire “le tasse”. L’amico amministrativista era stato un ottimo pedagogo e aveva fornito in modo inequivocabile la spiegazione che “ lo Stato siamo noi”, modo di dire retorico che non appassiona più nessuno, se non è chiaro che è una cosa di cui siamo responsabili. E che pagare le tasse è bello, come disse Padoa Schioppa, perché è necessario avere uno “Stato” efficiente.

L’Italia è il settimo paese industrializzato – come dire il settimo in ordine di ricchezza – eppure è indebitata come nessun altro paese in Europa e andrà ancora una volta con il cappello in mano a raccomandarsi alla Commissione europea. Infatti la nostra ricchezza è privata e il nostro Stato è povero: per erogare servizi di qualità e onorare i principi costituzionali, o i cittadini pagano le tasse o redigere un bilancio preventivo comporta che solo i contributi dei lavoratori e dei pensionati, obbligati a pagare il tributo al fisco, servono per sostenere le spese generali, penalizzando proprio gli ultimi, che pagano. Senza un autentico senso dello Stato, non avremo mai un sistema di equità: vedere se optiamo per un sistema socialista, liberale, cattolico o – Dio mi perdoni – fascista viene dopo. La scelta di rappresentanza non deve voler cambiare lo Stato, se è esecutore della Costituzione e democratico, ma il governo perché sia migliore. Se lo Stato resta il nemico come quando dipendeva dal volere del re, la politica non sarà mai seria e mai raggiungerà il suo scopo.

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