Appelli

APPELLO-PROPOSTA PER UNA COSTITUZIONE DELLA TERRA

Vi invitiamo a leggere questo documento, a rifletterci sopra e magari a dare qualche suggerimento. Se poi vorreste aderire chiamatemi e vi darò le coordinate

Il tempo della Terra sta scadendo.
Il tempo della Terra sta scadendo.

LA STORIA CONTINUI

APPELLO-PROPOSTA PER UNA COSTITUZIONE DELLA TERRA

Istituzione di una Scuola “Dalla parte della Terra” per un nuovo pensiero politico finalizzato a un costituzionalismo mondiale e a un nuovo soggetto politico che lo promuova

L’Amazzonia brucia e anche l’Africa, e non solo di fuoco, la democrazia è a pezzi, le armi crescono, il diritto è rotto in tutto il mondo. “Terra! Terra!” è il grido dei naufraghi all’avvistare la sponda, ma spesso la terra li respinge, dice loro: “i porti sono chiusi, avete voluto prendere il mare, fatene la vostra tomba, oppure tornate ai vostri inferni”. Ma “Terra” è anche la parola oggi più amata e perduta dai popoli che ne sono scacciati in forza di un possesso non condiviso; dai profughi in fuga per la temperatura che aumenta e il deserto che avanza; dalle città e dalle isole destinate ad essere sommerse al rompersi del chiavistello delle acque, quando la Groenlandia si scioglie, i mari son previsti salire di sette metri sull’asciutto, e a Venezia già lo fanno di un metro e ottanta. “Che si salvi la Terra” dicono le donne e gli uomini tutti che assistono spaventati e impotenti alla morte annunciata dell’ambiente che da millenni ne ospita la vita.

Ci sono per fortuna pensieri e azioni alternative, si diffonde una coscienza ambientale, il venerdì si manifesta per il futuro, donne coraggiose da Greta Thunberg a Carola Rackete fanno risuonare milioni di voci, ma questo non basta. Se nei prossimi anni non si prenderà un’iniziativa politica di massa per cambiare il corso delle cose, se le si lascerà in balia del mercato della tecnologia o del destino, se in Italia, in Europa e nelle Case Bianche di tutti i continenti il fascismo occulto che vi serpeggia verrà alla luce e al potere, perderemo il controllo del clima e della società e si affacceranno scenari da fine del mondo, non quella raccontata nelle Apocalissi, ma quella prevista e monitorata dagli scienziati.

L’inversione del corso delle cose è possibile ed ha un nome: Costituzione della terra. Il costituzionalismo statuale che ha dato una regola al potere, ha garantito i diritti, affermato l’eguaglianza e assicurato la vita degli Stati non basta più, occorre passare a un costituzionalismo mondiale della stessa autorità ed estensione dei poteri e del denaro che dominano la Terra.

La Costituzione del mondo non è il governo del mondo, ma la regola d’ingaggio e la bussola di ogni governo per il buongoverno del mondo. Nasce dalla storia, ma deve essere prodotta dalla politica, ad opera di un soggetto politico che si faccia potere costituente. Il soggetto costituente di una Costituzione della terra è il popolo della terra, ossia l’unità umana che giunga ad esistenza politica, stabilisca le forme e i limiti della sua sovranità e la eserciti ai fini di far continuare la storia e salvare la terra.

Salvare la terra non vuol dire solo mantenere in vita “questa bella d’erbe famiglia e d’animali”, cantata dai nostri Poeti, ma anche rimuovere gli ostacoli che non solo di fatto impediscono il pieno sviluppo di tutte le persone umane, ma impediscono perfino la loro nuda vita.

Il diritto internazionale è già dotato di una Costituzione embrionale del mondo, prodotta in quella straordinaria stagione costituente che fece seguito alla seconda guerra mondiale e alla liberazione dal fascismo e dal nazismo: la Carta dell’Onu del 1945, la Dichiarazio­ne universale dei diritti umani del 1948, e poi i due Patti internazionali del 1966 e le tante Carte regionali dei diritti, che  promettono pa­ce, sicurez­za, garanzia delle li­bertà fon­damen­tali e dei dirit­ti so­ciali per tut­ti gli esseri umani. Ma non sono mai state introdotte le norme di at­tua­zio­ne di queste Carte, cioè le garanzie internazionali dei di­ritti pro­clama­ti. Non è stato affatto costituito il nuovo ordine mondiale da esse disegnato. E’ come se un ordinamento statale fosse dotato della sola Costituzione e non anche di leggi attuative, cioè di codici penali, di tribunali, di scuole e di ospedali. E’ chiaro che in queste condizioni i diritti proclamati sono rimasti sulla carta, come pro­mes­se non man­tenute. Riprendere oggi il processo politico per una Costituzione della terra – in presenza di minacce alla pace, alla conservazione dell’ambiente e alla sopravvivenza assai più gravi che in qualunque altro momento della storia – vuol dire tornare a prendere sul serio il progetto costituzionale formulato settant’anni fa e i diritti in esso stabiliti. E poiché quei diritti appartengono al diritto internazionale vigente, la loro tutela e attuazione non è soltanto un’urgente opzione politica, ma anche un obbligo giuridico in capo alla comunità internazionale e a tutti noi che ne facciamo parte.

A tal fine occorre darsi l’obiettivo politico di mettere in campo una Costituente della Terra, prima ideale e poi anche reale, di cui tutte le Persone della Terra siano i Padri e le Madri costituenti.

Lo strumento primario dell’azione politica, almeno nelle democrazie, è il partito, ossia un artefice collettivo che, pur sotto nomi diversi, agisce nella forma partito. Oggi questo nome è in agonia perché evoca non sempre felici ricordi, ma soprattutto perché i grandi poteri che si arrogano il dominio del mondo non vogliono essere intralciati dal controllo e dalla critica dei popoli, e quindi cercano di disarmarli spingendoli a estirpare le radici della politica e dei partiti fin nel loro cuore.

E tuttavia è proprio di un’azione di partito che ci sarebbe bisogno per promuovere una Costituzione della terra e la messa in atto di istituzioni che effettivamente la attuino.

Non dovrebbe essere però un partito come è stato concepito fin qui; dovrebbe essere un Partito della Terra, che vuol dire “dalla parte della Terra”, e quindi dalla parte di tutti quelli che sono in credito della Terra, che hanno bisogno di lei; dovrebbe essere concepito come un partito di scopo, con lo scopo che la Terra sia salva e la storia continui; la sua ragione sociale non sarebbe allora la conquista e la gestione del potere, ma la conversione del potere; il suo obiettivo primario sarebbe il varo di una Costituzione della Terra e di un costituzionalismo mondiale.

Nel predisporre l’iniziativa che con questo Appello proponiamo, abbiamo constatato però la difficoltà di far passare questa idea nuova di partito e di raccogliere attorno ad essa la massa critica di consensi necessaria per realizzarla.

Ciò deriva dal disincanto della politica, dalla riluttanza perfino nel campo più democratico e di sinistra a impegnarsi per obiettivi politici meno immediati, dal discredito, non sempre immeritato, in cui è caduta la forma partito, o anche semplicemente dalla rinunzia a determinare lo sviluppo delle cose per affacciarsi invece alla realtà aspettando di vedere come andrà a finire.

Ma soprattutto in questa fase di preparazione è risultato chiaro che ciò che manca a un partito e a una Costituzione della terra è l’elaborazione di un pensiero che, diventando patrimonio comune, ne faccia emergere l’esigenza e ne ispiri modalità e contenuti.

Del resto è sempre stato così: il pensiero dà forma alla realtà, ma è la sfida della realtà che causa il pensiero. Un vero partito della Terra non può nascere senza una scuola di pensiero che lo elabori, e un pensiero non può attivare una politica per la Terra senza i soggetti politici che la mettano in campo. Però la cosa è tale che non può darsi prima il partito e poi la scuola, né prima la scuola e poi il partito. Devono nascere insieme, da una iniziativa che promuova la Scuola per un nuovo pensiero della Terra e metta in discussione se e come dar vita a nuove soggettività politiche per un costituzionalismo della Terra.

Una Scuola per un nuovo pensiero

Noi vorremmo costruire questa Scuola. Essa può essere pensata non al modo delle vecchie Accademie o dei consueti Istituti scolastici, ma come una Scuola disseminata e diffusa, telematica e stanziale, con aule reali e virtuali, dove si producano, elaborino, diffondano e discutano testi e tesi, lezioni e dispense, interrogazioni e risposte.

Molte sarebbero le aree tematiche da perlustrare: 1) le nuove frontiere del diritto, il nuovo costituzionalismo e la rifondazione del potere; 2) il neo-liberismo e la crescente minaccia dell’anomia; 3) la critica delle culture ricevute e i nuovi nomi da dare a eventi e fasi della storia passata; 4) il lavoro e il Sabato, un lavoro non ridotto a merce, non oggetto di dominio e alienato dal tempo della vita; 5) la “Laudato sì” e l’ecologia integrale; 6) il principio femminile; 7) l’Intelligenza artificiale (il Führer artificiale?) e l’ultimo uomo; 8) come passare dalle culture di dominio e di guerra alle culture della liberazione e della pace; 9) come uscire dalla dialettica degli opposti, dalla contraddizione servo-signore e amico-nemico per assumere invece la logica dell’ et-et, della condivisione, dell’armonia delle differenze, dell’“essere per l’altro”; 10) il congedo del cristianesimo dal regime costantiniano, nel suo arco “da Costantino ad Hitler”, e la riapertura nella modernità della questione di Dio; 11) il “caso Bergoglio”, preannuncio di una nuova fase della storia religiosa e secolare del mondo.

Naturalmente molti altri temi potranno essere affrontati, nell’ottica di una cultura per la Terra alla quale nulla è estraneo d’umano. Tutto ciò però come ricerca non impassibile e fuori del tempo, ma situata tra due kairòs, tra New Delhi ed Abu Dhabi, due opportunità, una non trattenuta e non colta, la proposta di Gorbaciov e Rajiv Gandhi del novembre 1986 per un mondo libero dalle armi nucleari e non violento, e l’altra che ora si presenta di una nuova fraternità umana nella concorde pluralità delle religioni per la convivenza comune e la salvezza della Terra, preconizzata nel documento islamo-cristiano del 4 febbraio 2019 e nel successivo Comitato di attuazione integrato anche dagli Ebrei. .

Partecipare al processo costituente iscriversi al Comitato promotore

Perciò noi proponiamo di istituire una tale Scuola e di avviare il processo costituente di un soggetto politico nuovo.

Pertanto i firmatari di questo appello hanno costituito un’associazione denominata “Comitato promotore partito della Terra” col primo compito di dare inizio a una Scuola per la Terra, “dalla parte della Terra”, alle sue attività e ai suoi siti web, e con la Scuola ad ogni azione utile al fine che “la storia continui”; e ciò senza dimenticare gli obiettivi più urgenti, il risanamento del territorio, la rifondazione del lavoro, l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, la firma anche da parte dell’Italia del Trattato dell’ONU per la interdizione delle armi nucleari e così via.

Essi propongono che persone di buona volontà e di non perdute speranze, che esponenti di associazioni, aggregazioni o istituzioni già impegnate per l’ecologia e i diritti, si uniscano a questa impresa e, se ne condividono in linea generale l’ispirazione, si iscrivano per via e-mail al Comitato promotore di tale iniziativa all’indirizzo ‘progettopartitodellaterra@gmail.com’ versando la relativa quota sul conto BNL intestato a “Comitato promotore del partito della Terra”, IBAN IT94X0100503206000000002788 .

La quota, per finanziare la Scuola, eventuali borse di studio e il processo costituente, è stata fissata dal Comitato stesso nella misura significativa di 100 euro annue, con l’intenzione di sottolineare che la politica, sia a pensarla che a farla, è cosa tanto degna da meritare da chi vi si impegna che ne sostenga i costi, contro ogni tornaconto e corruzione, ciò che per molti del resto è giunto fino all’offerta della vita. Naturalmente però si è convenuto che ognuno, a cominciare dai giovani, sia libero di pagare una quota diversa, minore o maggiore che sia, con modalità diverse, secondo le possibilità e le decisioni di ciascuno.

Nel caso che l’iniziativa non riuscisse, le risorse finanziarie mancassero e il processo avviato non andasse a buon fine, l’associazione sarà sciolta e i fondi eventualmente residui saranno devoluti alle ONG che si occupano dei salvataggi dei fuggiaschi e dei naufraghi nel Mediterraneo.

Un’assemblea degli iscritti al Comitato sarà convocata non appena sarà raggiunto un congruo numero di soci, per l’approvazione dello Statuto dell’associazione, la formazione ed elezione degli organi statutari e l’impostazione dei programmi e dell’attività della Scuola.

 PROPONENTI E PRIMI ISCRITTI.  Raniero La Valle, giornalista (Roma), Luigi Ferrajoli, filosofo del diritto (Roma), Valerio Onida, già presidente della Corte Costituzionale, Domenico Gallo, magistrato, Riccardo Petrella, ecologo, promotore del Manifesto dell’acqua e dell’identità di “Abitante della Terra”, Francesco Carchedi, sociologo (Roma), Francesco Di Matteo, Comitati Dossetti per la Costituzione, Paolo Maddalena, già vicepresidente della Corte Costituzionale, Anna Falcone. Avvocata, Roma, Pippo Civati, Politico, Piero Basso (Milano), Gianpietro Losapio, cooperatore sociale, direttore del Consorzio NOVA, Giacomo Pollastri, studente in Legge (Roma), Francesco Comina, giornalista (Bolzano), Roberto Mancini, filosofo (Macerata), Francesca Landini, informatica (Roma), Giancarlo Piccinni e la Fondazione don Tonino Bello (Alessano), Grazia Tuzi, antropologa, autrice di “Quando si faceva la Costituzione. Storia e personaggi della comunità del porcellino” (Roma), Guido Innocenzo Gargano osb cam., monaco (Roma), Felice Scalia, s. J, (Messina), Marina Graziosi, docente (Roma), Agata Cancelliere, insegnante, (Roma), Raul Mordenti, storico della critica letteraria, Politico (Roma), Salvatore Maira, scrittore (Roma), Marco Malagola, francescano, missionario, (Torino), Norma Lupi (Roma), Andrea Cantaluppi, sindacalista (Roma), Enrico Peyretti (Torino), Nino Mantineo, università di Catanzaro, Giacoma Cannizzo, già sindaca di Partinico, Filippo Grillo, artista (Palermo), Nicola Colaianni, già magistrato e docente all’Università di Bari, Stefania Limiti, giornalista (Roma), Domenico Basile (Merate, Lecco), Maria Chiara Zoffoli (Merate), Luigi Gallo (Bolzano), Antonio Vermigli, giornalista (Quarrata, Pistoia), Renata Finocchiaro, ingegnere (Catania), Liana D’Alessio (Roma), Lia Fava (Roma), Paolo Pollastri, musicista (Roma), Fiorella Coppola, sociologa (Napoli), Dario Cimaglia, editore, (Roma), Luigi Spina, insegnante, ricercatore (Biella), Marco Campedelli.

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