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La schiavitù oggi

La schiavitù nel mondo
La schiavitù nel mondo

Oggi!? Davvero?! mi si dira’ subito! Non si tratta forse di fenomeni isolati e, nella stragrande maggioranza dei casi, associati a zone del pianeta che soffrono da tempo la fame e l’indigenza? Proprio vero che si deve associare la pratica della schiavitu’ solo con situazioni di poverta’ endemica ed emarginazione sociale: realta’ che incutono paura e sgomento per l’evidente grave svalutazione della persona umana, del suo valore innato?
Non e’ solo Papa Francesco a puntare il dito su un fenomeno, in crescita dappertutto (e non solo nelle comunita’ povere). Un recente rapporto dell’ ONU descrive un fenomeno allarmante. Si afferma: Il numero delle vittime della tratta e’ in aumento, mentre gruppi armati e terroristi stanno trafficando donne e bambini per generare fondi e reclutare nuovi membri. Nello stesso rapporto, con esempi e cifre alla mano, si parla di quaranta milioni di persone sfruttate in molte zone del nostro pianeta. Regalano il proprio corpo, lavorano senza salario o con remunerazioni ridotte all’ osso, anche per ripagare debiti che non verranno mai saldati interamente, puliscono case e ospedali per riconquistare il passaporto, tolto con la promessa di una eventuale restituzione, se si comportano “bene”!
L’ Onu sottolinea che in tutto questo malaffare c’ e’ un evidente aumento del numero di bambini-schiavi, il 30% del totale: con i maschi perlopiu’ costretti al lavoro forzato (50%) ma anche a prostituzione ed accattonaggio o piccole attivita’ criminali; e le ragazzine condannate al mercato del sesso per il 72%. Di fronte al dilagare delle nuove schiavitu’ – una gomitata violenta al tanto decantato progresso scientifico, economico, ma non morale del nostro mondo – molte sono le iniziative messe in campo.
In Italia il governo ha stanziato 24 milioni per un nuovo bando antitratta che coinvolge tutte le organizzazioni non governative (ONG), presenti sul territorio.
Per esempio: la Caritas Italiana, attraverso la sua rete e’ presente in tutto il territorio e si batte per arginare il fenomeno. Nel secondo rapporto del Presidio Caritas Italiana, l’ autrice Virginia Sabatini spiega: spesso il fenomeno nasce da reti di intermediazione che all’ inizio operano come un sistema efficiente di inserimento lavorativo per i migranti e di sostegno agli imprenditori nella fase di raccolto della verdura o frutta, ma che con il tempo si trasformano in reti di sfruttamento. Si paga per tutto, rileva il rapporto: per il trasporto, per l’alloggio e perfino per lavorare, con la tariffa di “ingresso” che va dai 200 ai 500 Euro. L’ opinione pubblica non sa, o non vuole vedere: non vuole “impicci”.
I flussi contemporanei, soprattutto quelli meno protetti hanno la tendenza di “cadere” sotto la protezione dei cosidetti scafisti o intermediari che giocano sulla pelle e un mondo dei desideri coltivati da persone in movimento. A ragione, il Beato Giovanni Battista Scalabrini li chiamava, a suo tempo, “mercanti di carne umana”. Di fronte ad una planetarizzazione del fenomeno occorrono e coraggio e fermezza, oltre a sollecitare una presa di posizione da parte di autorita’ civili e religiose. Siamo di fronte ad uno sbricciolamento del concetto stesso di diritti umani. Il male non si ostacola se non desiderando e impegnandosi con tutto il cuore per il bene di tutti.

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