Antonietta Potente articoliArticoli

Tra estinzione ed estensione

Durante un seminario in una piccola saletta, luogo di incontri, sogni e desideri sociali, tra i vari manifesti sui diritti umani, si discuteva su una legge contro la corruzione in Bolivia. Calendari vari, appuntamenti, in mezzo a un primo piano del Che, il mio sguardo si è posato su un manifesto che nel centro riportava la fotografia di uno stormo di cicogne in volo e, più in basso, una scritta grande che diceva: “L’estinzione è per sempre”.

In un primo momento, forse perché un po’ distratta, o forse perché ero senza occhiali, avevo letto: “L’estensione è per sempre”, e vedendo l’immagine di questi grandi stormi di cicogne, ho pensato che forse, si riferiva al potere secolare delle migrazioni umane nel mondo da cui non si può tornare indietro. Invece, ancora più in baso, la frase continuava: “Aiutiamo a far sì che non sia per sempre…”.

In effetti, guardando bene, mi resi conto che la problematica evocata da quel manifesto era di tipo ecologico. Infatti, “L’estinzione è per sempre”, è una celebre frase che divenne un famoso slogan negli anni ’80, nel mondo ecologista. Terminando la mia conferenza, mi rimase dentro quell’immagine e anche quello strano equivoco. Risi di me stessa, nel senso che pensai che l’equivoco era nato da una deformazione professionale del mio pensiero e quasi un “chiodo fisso” su questo tema che, resta comunque uno dei temi sospesi e aperti nel dibattito politico e sociale contemporaneo.

Così, lungo la strada verso casa, la frase mi martellava in testa e anche quell’immagine delle cicogne in volo. Chissà, mi domandavo, forse non è del tutto estemporaneo associare i due temi. Probabilmente i popoli emigrano nel complesso quadro dello sforzo della sopravvivenza, in mezzo a guerre, siccità, dolori sociali ed esistenziali di singoli individui e di intere comunità.

Allora il gioco di parole tra estinzione ed estensione, non è così sui generis come pensiamo. Il legame esiste e si manifesta chiaramente nelle situazioni attuali di popoli, culture e religioni. Forse il volo delle cicogne è il simbolo reale di una ricerca, di quello che esistenzialmente chiameremmo un invito a un viaggio, interiore ed esteriore, perché tutti si possa continuare a vivere. Se non permettiamo l’estensione, permetteremo l’estinzione. E questo non è un gioco di parole, ma una triste certezza. Non ci riferiamo però all’estensione di territori per trattati o invasioni con relative conquiste, ma il diritto al viaggio che l’essere umano ha da sempre e che, in qualche modo, interiormente o esteriormente, garantisce la sua vita. Apertura di idee e di mentalità. Allora anche il simbolo della cicogna, caro a molti miti e leggende, è un simbolo attuale e non solo perché la cicogna è uno dei casi-simbolo di estinzione.

Già nel 1998 dalla Germania, arrivava l’allarmante annuncio che una relativa “lista rossa” che denunciava come il 55% delle specie avicole è in via d’estinzione e tra questi le cicogne, essendo oltre tutto parte degli uccelli migratori. Molte ricerche dicono che gli uccelli migratori rischiano più degli altri perché si spostano periodicamente da zone di svernamento a zone di riproduzione. Pensandoci bene, questo dato mi ha fatto ritornare al mio equivoco tra estinzione e estensione. Anche gli esseri umani in cammino rischiano molto di più. Così il mio pensiero è divenuto ancora più inquieto.

La minaccia per la natura è la minaccia per la vita umana e viceversa, ma non tanto come un gioco logico di equilibrio che conclude la morale di una fiaba per grandi e piccini, ma come eco di quella trama sottile dell’etica che ci potrebbe aiutare a capire meglio tante cose.

Ed è stranissimo, troppe coincidenze tra i pindarici voli degli stormi di cicogne e quelli delle infinite moltitudini umane; quante coincidenze di percorsi!

(43)

Loading