Andrea Cantaluppi articoliArticoli

Lakh

 Vi diamo il modo di cucinare il LAKH, con le motivazioni culturali della ricetta stessa, e vi invitiamo a leggere qualche poesia senegalese scritta da Leopold Sengor, fa bene alla pace interiore. Buona lettura. Andrea Cantaluppi

Ricetta degli eventi particolari senegalesi

In una pentola fare bollire in 2 lt. d’acqua una bustina di cereale ARAU.

Al momento che avrà assorbito l’acqua aggiungete un pezzo di burro e sale, fino al suo finale rassodamento.

In una pentola a parte aggiungete: yogurth, zucchero, panna, burro e uva sultanina.

Servite nei piatti prima il cereale e poi copritelo con l’impasto dolce.

Si mangia in occasione di nascite, morti, battesimi, ma l’occasione speciale è riservata alla prima notte di nozze.

Nella stanza degli sposi si mette il letto al centro, i regali di nozze tutti intorno, prendono posto come possono, gli invitati e i parenti tutti per assistere al fatto più importante che consiste nel mangiare per primi un cucchiaio di Lakh.

La scodella, preparata da una sorella dello sposo o una sua cugina, posta al centro del letto tra gli sposi, è presa d’assalto da questi in quanto, la tradizione dice, che se sarà lui a mangiare per primo, il loro figlio sarà maschio, se sarà lei nascerà una femmina.

Ai lati, come in un derby infuocato, gli astanti faranno il tifo urlante sulla base delle loro preferenze.

Tutto si svolge con gioiosa partecipazione. Poi, forse, gli sposi saranno lasciati soli.

Ricetta e folklore mi sono stati dettati da NABOU NDYAIE.

 

A mio fratello bianco
Caro fratello bianco, quando sono nato ero nero,
quando sono cresciuto ero nero, quando sto al sole, sono nero.
Quando sono malato, sono nero,
quando io morirò sarò nero.
Mentre tu, uomo bianco, quando sei nato eri rosa,
quando sei cresciuto eri bianco,
quando vai al sole sei
rosso, quando hai freddo sei blu,
quando hai paura sei verde,
quando sei malato sei giallo,
quando morirai sarai grigio.
Allora, di noi due, chi è l’uomo di colore?

Donna nera.
Donna nuda, donna nera
Vestita del tuo colore che è vita, della tua forma che è bellezza!!
Sono cresciuto alla tua ombra; la dolcezza delle tue mani mi bendava gli occhi.
Ed ecco che nel cuore dell’Estate e del Meriggio
Ti scopro Terra Promessa, dall’alto di un alto colle calcinato.
E la tua bellezza mi folgora in pieno cuore come il lampo di un’aquila.
Donna nuda, donna oscura
Frutto maturo della carne piena, estasi cupa di vino nero, bocca che rende la mia bocca lirica,
Savana di puri orizzonti, savana che fremi alle carezze ardenti del Vento dell’Est,
Tamtam scolpito, tamtam teso che suona sotto le dita del vincitore,
La tua voce profonda di contralto è il canto spirituale dell’Amata.

Donna nera, donna oscura
Olio che alcun respiro riesce a increspare, olio calmo sui fianchi dell’atleta, sui fianchi dei principi del Mali.
Gazzella dalle giunture celesti, le perle sono stelle sulla notte della tua pelle,
Delizie dei giochi della mente i riflessi dell’oro che rosseggia sulla tua pelle che si screzia.
All’ombra della tua capigliatura si rasserena la mia angoscia per il sole vicino dei tuoi occhi.
Donna nuda, donna nera
Canto la tua bellezza che passa, forma che fisso nell’Eterno, prima che il destino geloso ti riduca in cenere per nutrire le radici della vita.

Preghiera di pace
Benedici questo popolo
E con lui i popoli d’Europa, tutti i popoli
D’Asia, tutti i popoli d’Africa e tutti i popoli
D’America che sudano sangue e sofferenze.
E in mezzo a questa miriade di onde, vedi le teste
Agitate del mio popolo.
E fa che le loro mani calde stringano la terra
Con una cintura di mani fraterne
Sotto l’arcobaleno della tua pace.

Maschera negra
A Pablo Picasso
Lei dorme, riposa sul candore della sabbia.
Koumba Tam dorme. Una palma verde vela la febbre dei capelli, color di rame la fronte curva.
Le palpebre chiuse, coppa duplice e sorgenti sigillate.
Questa falce sottile di luna, questo labro più nero e appena tumido, dov’è il sorriso della donna complice?
Le patene delle gote, il disegno del mento, cantano l’accordo muto.
Viso di maschera chiuso all’effimero, senza occhi, senza materia.
Testa di bronzo perfetta con la patina del tempo
Che non imbrattano belletti né rossetti, né rughe, né tracce di lacrime o di baci.
O viso tale come Dio t’ha creato prima della memoria stessa dell’età.
Viso dell’alba del mondo, non ti aprire come una gola tenera per commuovere la mia carne.
Io ti adoro, o Bellezza, con il mio occhio monocorde!

Assassini
Sono là distesi lungo le strade conquistate, lungo le strade del disastro,
Come snelli pioppi, statue di dèi drappeggiati nei lunghi martelli d’oro,
I prigionieri senegalesi tenebrosamente coricati sulla Terra di Francia.
Ma invano fu stroncato il riso tuo, il fiore più nero della tua carne,
Tu sei il fiore della bellezza prima, in tutto questo vuoto deserto di fiori,
Sei fiore nero dal sorriso grave, diamante d’un’epoca perduta.
Voi siete il limo e il plasma della primavera virente del mondo
La carne siete della coppia primigenia, il ventre fecondo, il seme
E la foresta irriducibile, vittoriosa di fuoco e folgore.
Il canto vasto del sangue vostro vincerà macchine e cannoni
La vostra parola palpitante, i sofismi e le menzogne
Senz’odio voi che ignorate l’odio, senza astuzia voi che ignorate l’astuzia.
O martiri neri, razza immortale, lasciate che dica parole che perdonano.

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